Al Maxxi di Roma, il museo nazionale delle arti del XXI secolo, i numeri sono in crescita. E Giovanna Melandri, presidente esecutivo (sua la delega su marketing e comunicazione) resterà altri cinque anni. L’annuncio lo ha dato lei stessa nel presentare il bilancio del primo mandato 2013-17 e il calendario delle mostre per il 2018. “Squadra che vince non si cambia”, afferma ringraziando pubblicamente il ministro Dario Franceschini che ha confermato l’intero Cda (con la sola eccezione di Beatrice Trussardi a causa di suoi impegni personali). Con lei restano il direttore artistico Hou Hanru, i direttori Margherita Guccione (Architettura) e Bartolomeo Pietromarchi (Arte) e il segretario generale della Fondazione, Pietro Barrera.
In cinque anni i visitatori totali sono stati 1 milione e 740 mila, sfruttando la leva della gratuità in molti progetti per formare nuovo pubblico. Lo scorso anno sono raddoppiati rispetto al 2012, a quota 430 mila. Nel quinquennio il Maxxi ha organizzato 114 mostre e 2472 attività educative, acquisendo inoltre 169 nuove opere per la collezione permanente. Per il 2018 sono state annunciate 10 nuove mostre, 4 focus sulla collezione, 3 progetti speciali e un’iniziativa particolare in collaborazione con Palazzo Barberini: Eco e Narciso. Ritratto e Autoritratto con opere sul tema dalle collezioni dei due musei, inaugurerà le nuove sale del piano nobile del palazzo, un tempo occupate dal circolo ufficiali delle Forze armate e ora restituite al pubblico (da maggio a ottobre).
IL BILANCIO
Nel 2017 il Maxxi ha potuto contare su poco più di 11 milioni in totale, 6 dei quali sono arrivati dallo Stato. In pratica, il 60% delle risorse è pubblico ma il restante 40% è frutto delle sponsorizzazioni, del fundraising, di eventi e del mecenatismo privato. Un unicum nel panorama dei musei nazionali, se si escludono singoli progetti come il restauro del Colosseo, Pompei, la Fontana di Trevi o la Barcaccia di Piazza di Spagna a Roma. L’autofinanziamento (inclusi i biglietti) è cresciuto del 37,5%.
Tra i finanziatori privati del Maxxi (193 aziende e 149 singoli soggetti), spicca l’Enel che resta il primo socio fondatore e contribuisce con circa 600 mila euro l’anno.”Il gruppo ha confermato la sua partnership – ha spiegato il direttore della Comunicazione Cecilia Ferranti – ritenendola assolutamente efficace in quanto ha portato tante iniziative vicine al pubblico e alla nostra visione inclusiva dell’attività d’impresa”. Nel 2018 il Maxxi aprirà una nuova sede distaccata a L’Aquila, dove la Soprintendenza sta completando il restauro del Palazzo Ardinghelli e si conta di disporre della nuova sede dopo l’estate.Il primo Corporate partner sarà la Cassa Depositi e Prestiti. La formula pubblico-privati inaugurata dal Maxxi sta dando buoni frutti: le due strade camminano in parallelo e l’una sostiene l’altra. Il contributo dei privati è aumentato costantemente nel corso dei cinque anni e serve a finanziare l’acquisto di nuove opere per la collezione e a rendere sostenibili nuove iniziative che vengono offerte gratuitamente al pubblico, così facendo da volano all’aumento delle visite. La strategia fin qui seguita è stata confermata da Melandri e dai direttori anche per il 2018, anno in cui il museo potrà beneficiare di 1 milione in più dallo Stato da destinare all’acquisto di nuove opere e di 2 milioni appena stanziati dalla Legge di Bilancio per la sede de L’Aquila. L’intento è di tenere le contabilità separate proprio per monitorare meglio l’andamento delle due gestioni, fermo restando che la Fondazione è una sola e il bilancio è consolidato.
Una novità importante per il nuovo anno è il decollo dell’American Friends for Maxxi, l’associazione che ha da poco ottenuto, dopo un lungo percorso, il via libera dal fisco Usa. I donatori potranno così detrarre dalle tasse lasciti e donazioni al museo così come, in Italia, l’Agenzia delle Entrate ha esteso al Maxxi i benefici dell’Art Bonus.
LE NUOVE MOSTRE
Impossibile elencare tutte le iniziative in programma per l’anno che si è appena aperto. Gravity e Home Beirut, si allungano anche sul 2018. Quest’anno gli appuntamenti chiave, lungo i quattro filoni di attività avviati dal Maxxi, si preannunciano in ordine temporale Arch/Arcology che vedrà protagonista la designer Nanda Vigo nell’ambito del progetto Alcantara Maxxi. Segue Blackout con le opere provocatorie di Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla che con sculture, opere a parete e video raccontano “le dinamiche di potere, la crisi energetica e la situazione difficile del Sud del mondo globalizzato, a partire da Portorico”. Per l’architettura, spicca la mostra dedicata a Bruno Zevi (aprile-settembre) nel centenario della nascita. E poi, nel filone che guarda al Medio Oriente e alle comunità del Mediterraneo, quest’anno il focus è sull’Africa, celebrata con due mostre tra giugno e ottobre. Entrambe si apriranno in concomitanza con la Seconda conferenza ministeriale Italia-Africa. Da segnalare ancora The Street. Percorsi di incontro, creazione e resistenza. Si preannuncia come la più importante tra le mostre del 2018, l’avvio è in dicembre, durerà sei mesi con 50 artisti coinvolti.
MAXXI NEL MONDO
Dal 2016 sono 26 le mostre prodotte o co-prodotte dal Maxi ed esposte in Italia e all’estero. Please come back resterà a Valencia fino a maggio 2018. Ma soprattuto prenderà la via del Bardo National Museum a Tunisi e poi del Mosaic Museum di Beirut, il nuovo allestimento pensato per l’estero: Classic releoaded, che rivisita l’arte classica di cui l’Italia è protagonista e ne mette in luce le tracce nell’arte italiana contemporanea.