Il Governo sta mettendo a punto un nuovo maxi-decreto per contrastare la crisi economica innescata dal coronavirus. Il valore del provvedimento sarà di almeno 25 miliardi di euro, che si sommeranno ai 25 già stanziati con il decreto Cura Italia di marzo. Tutto in deficit. Il via libera è atteso nella entro metà aprile: prima di Pasqua, ma soprattutto prima della scadenza fiscale del 16, in modo da rinviare ancora il pagamento di tasse e contributi.
Il piano si articolerà lungo due macro-direttrici: garanzie e sostegno allo sviluppo. Sul primo fronte, sarà ampliata la rete di protezione nei confronti di imprese e lavoratori: si parla di finanziare la Cig per altri sei mesi (oltre ai due già stabiliti) e di rafforzare l’assegno di disoccupazione per i lavoratori a tempo determinato (misura esplicitamente consigliata dalla Banca d’Italia). Saranno inoltre confermate le misure per assicurare liquidità e solvibilità alle imprese, coinvolgendo la Cdp per salvare le grandi aziende. In questo modo si previene anche una nuova crisi delle banche, evitando che i fallimenti a catena delle imprese provochino una nuova ondata di Npl.
Per quanto riguarda la seconda direttrice, si ragiona di sospendere per 6-12 mesi il Codice Appalti, in modo da velocizzare l’assegnazione dei lavori pubblici, alcuni dei quali saranno frutto di nuovi investimenti in sanità e digitalizzazione, tesi a evitare che un’emergenza come quella in corso possa ripetersi.
Sul fronte del lavoro, il bonus assunzioni potrebbe essere esteso anche agli over 35. È circolata anche l’ipotesi di allargare la platea di chi riceve il bonus da 800 euro (già saliti a 100), ma poi è stata accantonata per evitare disparità di trattamento fra i dipendenti a tempo indeterminato e le persone che nei prossimi mesi perderanno il lavoro. Niente da fare invece per quanto riguarda i tagli all’Irpef: stando ai calcoli del Tesoro, avrebbero effetto solo dal 2021, e la crisi da affrontare è immediata.
Tutte le previsioni per il 2020, anche quelle degli istituti pubblici, sono terribili. Le più ottimiste pronosticano una perdita di Pil nell’ordine del 4-5%. Alcune banche d’affari si spingono fino alla doppia cifra. Secondo le proiezioni dell’Osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli, una caduta del 5% farebbe salire il rapporto debito/Pil al 145%. Con un investimento pubblico complessivo da 100 miliardi che riducesse il calo del prodotto interno lordo al 2%, l’incremento del debito sarebbe inferiore, al 141%. In queste condizioni, insomma, la spesa pubblica aiuta anche a contenere l’indebitamento.
Per questo il Patto di Stabilità è stato sospeso a livello europeo e il Parlamento italiano sarà chiamato ad approvare un forte scostamento dei saldi strutturali. Nella migliore delle ipotesi, il deficit 2020 potrebbe assestarsi al 5% del Pil. Se poi dall’Europa non arrivasse il via libera agli Eurobond (o Coronabond, o Sanibond) il Tesoro potrebbe emettere nuovi titoli di Stato con scadenza a 50 o 100 anni.