Il blackout di Internet che ha coinvolto oggi l’intero Sudan non sembra legato a un momentaneo problema tecnico. Dietro il guasto potrebbe esserci lo zampino del Governo.
A confermare il taglio dalla rete mondiale del Paese africano è l’Internet Intelligence Corporation Renesys, che ha parlato di una possibile causa legata ai tumulti scoppiati nella capitale Khartoum dopo la revoca delle sovvenzioni ai combustibili gevernativi.
“Se fosse confermato il collegamento diretto con il Governo sudanese, questa sarebbe la più grande interruzione causata dall’esecutivo in Egitto dal 2011”, afferma Doug Madory di Renesys. Di blackout in Sudan ce ne sono stati, ma quello di oggi appare differente, legato alla protesta.
“Dal punto di vista tecnico – aggiunge Madory – il fatto che abbia coinvolto allo stesso tempo differenti fornitori di servizi Internet è in linea con un’azione coordinata a livello centrale. Tuttavia, è impossibile dire, unicamente dai dati di connettività, se sia stato un problema legato alla volontà del Governo o un vero e proprio guasto tecnico catastrofico”.
I disordini attuali in Sudan hanno causato almeno due morti e le forze governative continuano a sparare lacrimogeni sui manifestanti che si erano incendiati davanti a un posto di blocco della polizia.
Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha esortato il Sudan a tagliare i sussidi a seguito dell’indipendenza nel 2011 del Sud Sudan, principale produttore di petrolio. Precedenti tentativi di eliminare le sovvenzioni avevano scatenato proteste simili, ma “tali sommosse furono soffocate da un giro di vite pesante sui manifestanti, gli attivisti e i giornalisti”, secondo l’Associated Press.
Il presidente sudanese Omar al-Bashir ha governato il paese africano dal 1989, quando giunse al potere con un colpo di stato militare. Attualmente è ricercato dalla Corte penale internazionale (Cpi) per presunti reati legati al conflitto tra governo e ribelli nella regione del Darfur, che causò la morte di circa 300.000 persone dal 2003.