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Max Allegri, un maestro del calcio che ha vinto più di altri e che merita il rispetto che la Juve non gli ha assicurato

Al di là della vittoria della Coppa Italia e dell’accesso alla Champions e malgrado una stagione complessivamente deludente, Max Allegri merita tutto il rispetto e gli applausi che si devono a un maestro del calcio, anche se la Juve ha perso lo stile di un tempo e non ha saputo sostenerlo. Le minacce al Direttore di Tuttosport doveva però evitarle

Max Allegri, un maestro del calcio che ha vinto più di altri e che merita il rispetto che la Juve non gli ha assicurato

La vittoria della Coppa Italia non cambia del tutto una stagione deludente per la Juve e per Max Allegri, l’allenatore più discusso e tuttavia più vincente che oggi c’è in Italia, ma obbliga ad alcune riflessioni. Allegri, che nella sua prima stagione bianconera ha vinto cinque scudetti di fila e ha raggiuto due finali di Champions, non ha avuto la stessa fortuna nella seconda, dove l’unico trofeo vinto è la Coppa Italia di mercoledì contro l’Atalanta, ed è probabilmente arrivato a fine corsa. Il suo gioco, che non è molto diverso da quello del supervittorioso Carlo Ancellotti ma ovviamente con interpreti di qualità incomparabilmente diversa, non è mai stato spettacolare ma nel suo curriculum i risultati sono indiscussi. Senza dimenticare che nelle ultime stagioni ha dovuto fronteggiare la tempesta giudiziaria e societaria che ha travolto la Juve e che all’inizio di quest’anno ha perso pedine, mai sostituite, del calibro di Pogba e di Fagioli.

Per tutto questo merita rispetto, non solo da commentatori, spesso prevenuti, del dilettantistico livello di Lele Adami (uno che, a detta di Roberto Baggio, non sapeva fare tre palleggi di fila e, naturalmente, non ha mai vinto niente) ma soprattutto dalla società che ha fatto pochissimo per proteggerlo, che a gennaio ha fatto un mercato ridicolo e che soprattutto ha colpevolmente fatto trapelare la sua sfiducia verso Max. La Juve dei tempi d’oro non era così. Ve lo immaginate un Boniperti o un Marotta che, in un momento di difficoltà della squadra, anziché sostenere l’allenatore fa capire in anticipo che a fine campionato lo cambierà? Ecco perché è umanamente comprensibile che, nel momento della sospirata vittoria della Coppa Italia all’Olimpico, Max abbia avuto un moto di fastidio nel tentativo del Direttore Sportivo Cristiano Giuntoli di riavvicinarlo e di saltare sul carro dei vincitori. Evidentemente Giuntoli deve ancora imparare lo stile Juve, mentre Allegri resterà nel pantheon degli allenatori bianconeri più vincenti. Però, le minacce al Direttore di Tuttosport, anche se in un momento di comprensibile tensione dopo mesi di sofferenza e di solitudine, Max poteva evitarle. Detto ciò, onore a Max, molto meno a Giuntoli.

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