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Mattarella: “Serve unità e crescita, sarò arbitro imparziale”

“Il lavoro che manca per tanti giovani, specialmente nel Mezzogiorno, la perdita di occupazione, l’esclusione, le difficoltà che s’incontrano nel garantire diritti e libertà fondamentali: sono questi i punti dell’agenda esigente su cui sarà misurata la vicinanza dello Stato al popolo”. Queste le parole di Sergio Mattarella, eletto sabato presidente della Repubblica, nel discorso d’insediamento tenuto questa mattina dopo il giuramento alla Camera, davanti all’assemblea dei grandi elettori.

“Per uscire dalla crisi – ha continuato il Capo dello Stato – è indispensabile che al consolidamento finanziario si accompagni un robusto percorso di crescita, da articolare innanzitutto a livello europeo. Nel semestre di presidenza europeo il governo ha opportunamente perseguito questa strategia. Questo Parlamento presenta elementi di novità e di cambiamento: ha la più alta percentuale di donne e tanti giovani parlamentari. Un risultato prezioso, che troppe volte la politica stessa finisce per oscurare dietro polemiche e conflitti”. 

Mattarella ha detto anche di avvertire “la responsabilità di rappresentare l’unità nazionale, costituita anche dall’insieme delle attese e delle aspirazioni dei nostri concittadini. L’impegno di tutti deve essere rivolto a superare le difficoltà degli italiani. Parlare di unità nazionale significa ridare al Paese un orizzonte di speranza. Sussiste l’esigenza oggi di confermare il patto costituzionale che mantiene unito il Paese e che riconosce a tutti i cittadini i diritti fondamentali e pari dignità sociale e impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza”.

Secondo il Presidente, inoltre, “è necessario ricollegare le istituzioni con i nostri concittadini, che le avvertono lontane e estranee”, il che passa anche per la necessità di “riformare la Costituzione” e approvare “una nuova legge elettorale. L’urgenza di riforme istituzionali, economiche e sociali deriva dal dovere di dare risposte efficaci alla nostra comunità, risposte adeguate alle sfide che abbiamo di fronte”. Mattarella ha quindi garantito che, nell’ambito di questo processo, svolgerà il ruolo di un “arbitro imparziale”, ma ha chiesto anche che “i giocatori lo aiutino con la loro correttezza”.

Garantire la Costituzione, ha proseguito il Capo dello Stato, “significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna e in ambienti sicuri. Significa garantire il loro diritto al futuro. Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace. Significa che ciascuno concorra con lealtà alle spese della comunità nazionale. Significa che si possa ottenere giustizia in tempi rapidi. Significa che le donne non debbano avere paura di violenze e intimidazioni. Significa rimuovere ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità. Significa sostenere la famiglia, risorsa della società. Significa garantire l’autonomia e il pluralismo dell’informazione, presidio di democrazia. Significa ricordare la Resistenza e il sacrificio di tanti. Significa libertà con pieno sviluppo dei diritti civili, anche nella sfera personale e affettiva. Significa combattere contro un distorto senso di legalità: la lotta alla mafia e quella alla corruzione sono priorità assolute. La corruzione ha raggiunto un livello inaccettabile”.

Dopo aver ringraziato Papa Francesco per gli auguri ricevuti e aver salutato gli stranieri presenti nel nostro Paese, Mattarella ha affermato la necessità d’incoraggiare “l’attività di magistratura e forze di polizia nel contrasto alla criminalità organizzata”, in cui “abbiamo avuto molti eroi: penso soprattutto ai giudici Falcone e Borsellino”. Quanto al terrorismo internazionale, “ha lanciato la sua sfida sanguinosa” e “servono risposte globali: non si possono dare risposte solo nazionali. La comunità internazionale deve mettere in campo tutte le sue risorse”.

In riferimento all’Ue, il Capo dello Stato ritiene che “la prospettiva di una vera unione politica vada rilanciata senza indugi”, ma ha chiesto all’Unione un maggiore impegno per gestire i flussi migratori e l’arrivo di profughi entro i confini comunitari: “L’Italia ha fatto e sta facendo adeguatamente la propria parte”. Mattarella ha quindi auspicato che i marò Girone e Latorre “tornino presto in patria”.      

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