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Mattarella, messaggio di fine anno: la capacità dell’Italia di reagire, le novità politiche, occhio al Covid, la “folle guerra”

La “folle” guerra della Russia contro l’Ucraina, il Covid che non è a ancora vinto, la capacità dell’Italia di reagire alle difficoltà e di crescere più di altri Paesi europei sono stati al centro del messaggio di fine anno del Presidente Mattarella agli italiani. Discorso sobrio, equilibrato ma franco

Mattarella, messaggio di fine anno: la capacità dell’Italia di reagire, le novità politiche, occhio al Covid, la “folle guerra”

“La Repubblica siamo noi” e soprattutto quelli che pagano le tasse di un Paese che ha saputo reagire alle difficoltà – dalla pandemia alla guerra – come dimostra la crescita economica dell’Italia, superiore nel biennio 2021-2 a quella di Francia e Germania.

MATTARELLA: “LA REALTA’ IMPONE CONCRETEZZA” ANCHE AL NUOVO GOVERNO

Nel suo primo messaggio di fine anno del suo secondo mandato presidenziale agli italiani, Sergio Mattarella non ha trascurato nessuno dei temi e delle emergenze che dominano l’attualità e lo ha fatto con il consueto equilibrio, con la consueta sobrietà ma anche con la consueta franchezza come quando ha sottolineato “il senso civico di chi paga le imposte” ma anche la “concretezza imposta dalla realtà” al nuovo Governo, guidato per la prima volta da una donna premier (“una novità di grande significato”).

Il Capo dello Stato, al suo ottavo messaggio dal Quirinale e al primo del suo secondo mandato, ha centrato il suo discorso sulla realtà politica, sociale, economica e civile dell’Italia ma non ha trascurato le due grandi incognite che dominano anche il 2023: la guerra e la pandemia.

Dopo aver definito “folle” la guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina, “dobbiamo concentrare li sforzi – ha affermato – affinchè il 2023 sia l’anno della fine delle ostilità”.

MATTARELLA: NON ABBASSARE LA GUARDIA NELLA LOTTA AL COVID

Quanto al Covid e ai rischi di abbassare la guardia, Mattarella ammonisce che “purtroppo non è ancora stato sconfitto definitivamente” ma che dal virus abbiano tratto insegnamenti “che non vanno dimenticati” e che le regole che vanno mantenute. E non lesina apprezzamenti alla sanità pubblica che ha avuto un grande ruolo della lotta al Covid.

Il Presidente della Repubblica non ha ovviamente dimenticato l’emergenza lavoro e quella della povertà ma avvertendo che “la Costituzione resta la bussola”: non è la prima volta che lo dice ma ripeterlo vuol dire qualcosa. E cioè un forte appello a non cambiarla, come pure è necessario, in modo sbrigativo e approssimativo rompendo l’equilibrio dei poteri che è stato sempre un punto di riferimento essenziale per il Paese.

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