“Care concittadine e cari concittadini,” ha esordito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, inaugurando con il solito garbo il suo discorso di fine anno, il decimo. Una tradizione, certo, ma anche un momento in cui il presidente sa sempre regalare spunti di riflessione. Quest’anno, con un’Italia che si barcamena tra luci e ombre, Mattarella ha preso il ruolo di bussola: tra l’angoscia di conflitti mondiali, squilibri sociali e giovani in fuga, il presidente ci ha ricordato che “la speranza siamo noi”.
Gaza, Ucraina e ostaggi: il richiamo alla pace
La notte di Natale sono arrivate notizie drammatiche. “A Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata,” ha raccontato Mattarella. Nel frattempo, “feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina,” mentre gli ostaggi di Hamas iniziano un nuovo anno in condizioni disumane.
“Mai come adesso la pace grida la sua urgenza,” ha dichiarato con fermezza. “La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7. La pace di cui l’Unione Europea è storica espressione”. Non una pace fatta di compromessi e prepotenze, ma quella che nasce dal rispetto dei diritti umani e della dignità. “La pace che non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità.
Perché è giusto. E – se questo motivo non fosse ritenuto sufficiente – perché è l’unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano aggrediti altri Paesi d’Europa”.
Cecilia Sala e il valore dell’informazione
Con toni empatici, il presidente ha ricordato Cecilia Sala, incarcerata in Iran dal 19 dicembre. “Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia.” Mattarella non si è fermato al caso singolo, ma ha esteso il tributo ai tanti giornalisti che rischiano la vita documentando guerre e tragedie. “Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità”.
Il Giubileo e la speranza: tocca a noi
Mentre Papa Francesco apre il Giubileo, il presidente ci invita a non essere spettatori. “Tocca a noi saperla tradurre in realtà,” ha detto, avvertendo che il mondo è lacerato da disuguaglianze e divisioni crescenti. “Cosa significa concretamente coltivare fiducia in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti? Vi è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme. In questo periodo sembra che il mondo sia sottoposto a una allarmante forza centrifuga, capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni. Sono lacerate le pubbliche opinioni”.
La spesa in armi è 8 volte quella per il clima
Il clima? Priorità assoluta, ma i numeri restano sconfortanti. Gli investimenti globali in armamenti superano di otto volte i fondi per combattere il cambiamento climatico. “La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina – che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa – ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione”.
Luci e ombre dell’Italia
Anche l’Italia è fatta di chiaroscuri. Da una parte, “la scienza apre possibilità inimmaginabili per la cura di malattie,” ma “lunghe liste d’attesa” e persone costrette a rinunciare alle cure evidenziano le criticità del sistema sanitario “perché prive dei mezzi necessari”.
I dati dell’occupazione sono incoraggianti. “Resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassintegrazione”.
Il turismo e l’export vanno a gonfie vele, ma troppi giovani emigrano in cerca di lavoro. “Colmare queste distanze,” ha sottolineato Mattarella, “è il nostro compito”.
Tra Nord e Sud “C’è una disuguale disponibilità di servizi”. Fondamentale diventa “colmare queste distanze”.
Con preoccupazione, il presidente ha affrontato il tema della violenza giovanile, del bullismo e delle dipendenze. “Comportamenti purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo”. Ma ha anche riconosciuto il potenziale delle nuove generazioni: “Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa”.
Donne protagoniste, non vittime. Rispetto della vita e di chi lavora
Il ricordo di Giulia Cecchettin e di tutte le vittime di femminicidio ha attraversato il discorso come un monito. “Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia”. Mattarella ha alzato la voce contro “la barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile, neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste”.
E ci ricorda che “Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza.
“Il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada per il dialogo, la collaborazione, la solidarietà, elementi su cui poggia la nostra civiltà. Rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora. L’ultima tragedia pochi giorni fa, a Calenzano: cinque persone sono morte. Non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire, con responsabilità e severità. Gli incidenti mortali – tutti – si possono e si devono prevenire. Rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti. Anche per chi si trova in carcere. L’alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili”.
Patriottismo
Il patriottismo, per Mattarella, è pratico e concreto. È nei medici del pronto soccorso, negli insegnanti, negli imprenditori responsabili. Ma anche in chi, con origini straniere, “ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità”. Il presidente sottolinea l’importanza di costruire percorsi di integrazione e reciproca comprensione, poiché il futuro delle nostre società dipende anche da questo.
Il capo dello Stato ha dedicato un pensiero agli atleti che hanno rappresentato l’Italia nelle Olimpiadi e Paralimpiadi, elogiando “l’autentico spirito sportivo” dimostrato.
Gli ottant’anni dalla Liberazione
Guardando al futuro, Mattarella ha ricordato che nel 2025 si celebreranno gli ottant’anni dalla Liberazione, un evento fondamentale nella storia del nostro Paese. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia. Il presidente invita a consolidare e sviluppare i principi che la Costituzione pone alla base della nostra comunità nazionale, un’impresa che si trasmette di generazione in generazione.
Concludendo, Mattarella ci ha lasciato con una riflessione che è anche un appello: “La speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte”.
Un discorso che unisce: plauso bipartisan per il Presidente
Il discorso di fine anno del Presidente Sergio Mattarella mette d’accordo tutti e raccoglie un plauso bipartisan unendo maggioranza e opposizione nel riconoscimento della sua profondità e attualità. Tra i primi a esprimere apprezzamento, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che in una nota da Palazzo Chigi ha evidenziato il valore del patriottismo evocato dal Capo dello Stato: “Ho apprezzato il richiamo del Presidente al valore fondante del patriottismo, un sentimento vivo che muove l’impegno di chi serve la comunità nazionale. Condivido pienamente la necessità di affrontare il disagio dei giovani con risposte concrete ed efficaci e lo ringrazio per aver ricordato l’importanza del ruolo italiano nel contesto globale, anche come presidenza del G7.”
Anche il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, e il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, hanno elogiato il discorso. La Russa ha parlato di un messaggio chiaro su temi fondamentali come la pace, la lotta alla violenza e il patriottismo, mentre Fontana ha sottolineato l’importanza del richiamo alla partecipazione democratica e alla costruzione di una pace basata su giustizia e libertà.
Il vicepremier Matteo Salvini ha condiviso le speranze di pace espresse dal Presidente, manifestando fiducia nella nuova amministrazione statunitense guidata da Donald Trump. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ha invece posto l’accento sull’impegno italiano per costruire una “pace giusta” e offrire ai giovani un futuro migliore, senza costringerli a lasciare il Paese.
Sul fronte dell’opposizione, Elly Schlein ha ringraziato Mattarella per aver richiamato l’urgenza di costruire un’Italia più equa e solidale: “Mattarella ci ha ricordato quanto sia urgente costruire un Paese più giusto e attento ai bisogni di tutti. Le sue parole sulla pace, sulle disuguaglianze e sull’emergenza climatica sono un richiamo potente alla responsabilità collettiva. La giustizia sociale non è un ideale astratto, ma una necessità per garantire dignità e diritti.”
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha apprezzato il richiamo del Presidente alla sproporzione tra la spesa in armi e gli investimenti ambientali, sottolineando l’importanza della partecipazione civica. Matteo Renzi ha sintetizzato con un elogio conciso: “Le parole del Presidente sono da dieci anni un riferimento di saggezza e speranza. Grazie, Presidente.”
Il Presidente Mattarella ci richiama alla “pericolosità” delle lacerazioni che attraversano la nostra comunità nazionale in un momento di crisi e guerre. Ricordarlo tutto l’anno è un dovere patriottico”, ha commentato il leader di Azione, Carlo Calenda.
“Un discorso significativo, nel quale ci riconosciamo, che conferma Sergio Mattarella come un punto di riferimento imprescindibile per l’intero Paese,” ha dichiarato Angelo Bonelli. Nicola Fratoianni ha aggiunto: “Ancora una volta, le parole del Presidente della Repubblica si rivelano un faro per la Costituzione, la democrazia e per ciascuno di noi.” Maurizio Lupi ha sottolineato: “Mattarella traccia la strada per il 2025, invitandoci a rafforzare la nostra comunità e a costruire una pace giusta.”
Ultimo aggiornamento ore 9,31