Sergio Mattarella é un pilastro del Green New deal europeo. Tutti i leaders durante il suo primo settennato gli hanno riconosciuto una spiccata sensibilità verso lo sviluppo sostenibile e l’ impegno nella lotta ai cambiamenti climatici. La sua rielezione al Quirinale dà rinnovato sostegno alla transizione ecologica del governo di Mario Draghi. Da quando è nato l’esecutivo, che della transizione ha fatto una cifra distintiva dell’Italia di domani, Mattarella non ha perso occasione per far sentire la sua voce autorevole sulle questioni ambientali. Anche prima di allora nelle visite ufficiali e negli incontri con gli studenti aveva sempre raccomandato la cura dei luoghi, del paesaggio e la presa di coscienza per un mondo migliore, senza sprechi .
Prima della Cop 26 di Glasgow, insieme a Draghi, si é rivolto ai grandi del mondo per fare ogni sforzo per politiche, azioni ed investimenti nella lotta per salvare il pianeta. In Italia è stato il migliore e discreto alleato di Associazioni e movimenti ambientalisti, liberi da schemi precostituiti. Anche quando ha affrontato le tragedie del Covid il Presidente ha trovato il modo di collegare quei lutti ai danni ambientali alla necessità di territori liberi da inquinamenti. Ha guardato all’Europa , al Mediterraneo, ma anche ai Paesi in via di sviluppo. Alla conferenza ministeriale « Incontri con l’Africa » di ottobre scorso ha pronunciato uno dei discorsi più toccanti sulle questioni climatiche. «Si tratta di una drammatica realtà, di cui i popoli dell’Africa hanno esperienza diretta già da decenni » ha detto. La forza delle sue parole hanno stimolato riflessioni e valutazioni più ponderate in capi di Stato e di governo.
Sulle emissioni globali inquinanti, pur rispettando le decisioni della politica, Mattarella ha raccomandato di uscire da ambiguità e distinguo per « non pregiudicare definitivamente qualità di vita e sopravvivenza delle future generazioni ». Con il suo stile ha ricordato che i Paesi di vecchia e nuova industrializzazione hanno le maggiori responsabilità per cui « non è ammesso distrarsi » ha detto. Per questo all’inizio di un nuovo settennato è presumibile che nel discorso che pronuncerà in Parlamento ricorderà a tutti che la costruzione di un percorso condiviso tra politica, economia, forze sociali resta l’unica soluzione per avere un pianeta davvero sostenibile. A cominciare dal suo Paese.