Come nel 1946, quando dal referendum nacque la Repubblica, “è tempo di costruire il futuro“. È quanto ha sostenuto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Festa del 2 giugno, a “75 anni da quando, con il referendum del 2 giugno 1946, gli italiani, scegliendo la Repubblica, cominciarono a costruire una nuova storia. Anche ora siamo a un tornante del nostro cammino dopo due grandi crisi globali: quella economico-finanziaria (del 2007-8) e quella della pandemia”, che dall’inizio dell’anno scorso ha sconvolto l’Italia e il mondo intero. “Come allora”, ha detto il Presidente rivolgendosi soprattutto alle nuove generazioni, “è tempo di costruire il futuro”.
“La democrazia – ha spiegato Mattarella, che, salvo sorprese dell’ultima ora, ha pronunciato il suo ultimo discorso in occasione della Festa della Repubblica perchè il suo settennato presidenziale scadrà all’inizio del prossimo anno – è composizione di interessi: ruolo fondamentale dei partiti e delle forze sociali“, mettendo da parte polemiche e veleni che spesso impediscono al nostro Paese di raggiungere gli obiettivi di maggior crescita, benessere e giustizia sociale che sarebbero alla sua portata. “Il lavoro – ha infatti aggiunto il Capo dello Stato – è motore di trasformazione, ma non c’è parità uomo-donna” e devastanti sono i fenomeni di evasione fiscale e quelli dei morti sul lavoro.
Ecco perchè il Presidente ha concluso il suo discorso con un forte appello ai giovani a migliorare l’Italia: “A voi scrivere la storia”, proprio come il 2 giugno del 1946.
Come già nelle parole dei giorni scorsi del premier Mario Draghi, con il quale la sintonia del Quirinale è fortissima, nel discorso di Mattarella ha colpito il tono di fiducia e di ottimismo sull’Italia che finalmente si sta rialzando dopo la tragedia della pandemia e che, se saprà usare al meglio le risorse del Recovery Plan e saprà fare le riforme che l’Europa ci chiede, potrà ritrovare la via della crescita e della lotta alle diseguaglianze dopo vent’anni di stagnazione o di recessione.