Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affidato al Presidente della Camera, Roberto Fico del M5S, l’incarico esplorativo di verificare entro giovedì se esistano le condizioni politiche per dar vita a una maggioranza parlamentare tra Movimento 5 Stelle e Pd, che sono il primo e il secondo partito usciti dalle elezioni del 4 marzo, per sostenere il nuovo governo.
In buona sostanza, le regole di ingaggio con cui parte l’esplorazione di Fico non sono a tutto campo ma sono mirate ed esattamente speculari a quelle che furono alla base dell’esplorazione, fallita, della Presidente del Senato, Elisabetta Casellati e cioè, in questo caso, riguarderanno solo M5S e Pd come, nel caso della Casellati, avevano riguardato solo centrodestra e Cinque Stelle.
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Fico, che riferirà a Mattarella entro giovedì, sentirà dunque solo Di Maio e Martina, solo i Cinque Stelle e il Pd, e lo farà, come lui stesso ha dichiarato, partendo dai temi e dai programmi utili al Paese. L’esplorazione scongela in qualche modo il Partito Democratico ma la via di un’intesa politica e parlamentare tra i due partiti è molto difficile perchè, oltre ai programmi che appaiono molto lontani, il Pd è intenzionato a chiedere ai Cinque Stelle la chiusura del forno aperto con il centrodestra e con la Lega di Salvini, l’esclusione della premiership Di Maio e la conferma delle riforme realizzate dai governo Renzi e Gentiloni.
Se anche il tentativo di Ficio dovesse naufragare, il Capo dello Stato, sempre più arbitro della crisi politica, avrebbe le mani libere per assegnare un incarico vero e proprio di formare il nuovo governo (istituzionale, di tregua o di scopo che dir si voglia) a una personalità super partes e a tale proposito circola da giorni l’ipotesi di una chiamata di un personaggio dell’autorevolezza di Sabino Cassese, illustre giurista, già ministro della Pubblica amministrazione e giudice della Corte Costutuzionale.