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Matera 2019: arte rinascimentale del Mezzogiorno

Rinascimento visto da Sud : Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ‘400 e ‘500 – Matera, Palazzo Lanfranchi – fino al 19 agosto 2019

Matera 2019: arte rinascimentale del Mezzogiorno

Matera, Capitale Europea della Cultura per il 2019, offre nella cornice di Palazzo Lanfranchi una mostra davvero interessante, con 226 opere tra cui dipinti, sculture e altri oggetti d’arte.

Rinascimento meridionale. Southern Renaissance: era il titolo di uno dei due volumi di “The Universe of Forms” di André Chastel del 1965 con una panoramica di tutta l’Italia da nord a sud. I curatori della mostra di Matera, hanno invece voluto sottolineare più precisamente il Mezzogiorno, arte rinascimentale nel suo contesto mediterraneo, lungo questo “grande secolo” che va dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento.

Mappe e globi nelle finestre di Matera: un modo per i progettisti di sottolineare che, contrariamente alla credenza popolare, il sud italiano, alla fine del Medioevo, è tutto fuorché un mondo senza sbocco sul mare.

La diaspora di artisti cristiani provocata dalla presa di Costantinopoli nel 1453; Creta, Candia, diventano rifugi e inizia a circolare la tradizione dell’icona, nella quale era facilmente riconoscibile un’Italia del sud che ricordava di essere bizantina. Un contributo alla mostra viene offerto al Rinascimento europeo e a Napoli.

Troppo spesso, le storie sono scritte senza Napoli, o con troppo poco spazio per la grande stagione angioina e poi aragonese. Mentre un altro Rinascimento si sta sviluppando proprio al sud spesso ancorato al ricco patrimonio regionale reinvestendo le forme dell’antichità: pensate alle medaglie Pisanello. Inoltre sono proprio i governanti aragonesi, che beneficiano non solo dell’arrivo di artisti spagnoli e catalani, ma anche dell’arrivo di opere fiamminghe. La mostra di Matera evidenzia l’influenza esercitata dalle arti del nord su figure come Colantonio e il giovane Antonello di Messina. Il viaggio trionfale di Carlo V in Campania, dopo la conquista di Algeri, avrebbe portato una brillante conclusione a questa fase polifonica e prestigiosa della cultura meridionale.

Francesco Pagano (attr.) Tavola Strozzi (Veduta della città di Napoli con il ritorno della flotta aragonese dopo la battaglia di Ischia). Tempera su tavola. cm 82 x 245. Napoli Museo di San Martino

Tra le principali opere esposte la quattrocentesca Carta del navegar di Albino da Canepa, insieme a molte altre carte, mappamondi, portolani e strumenti di navigazione. La grande Pianta prospettica di Venezia di Jacopo de Barbari a confronto con la Veduta di Napoli della Certosa e Museo di San Martino, medaglie e fogli miniati che raccontano dei protagonisti della vicenda storica che la mostra illustra, accompagnate dalla maestosa Incoronazione di Alfonso II d’Aragona dal Bargello.

Il Martirio di Santa Lucia di Martorell da Barcellona con la Santa Lucia di Alvaro Pirez di Nola recentemente restaurata, L’Adorazione dei Magi tratta da Van Eyck dei Musei Reali di Torino, preziose opere di Colantonio e Antonello da Messina, tra le quali le tavolette di Reggio Calabria, due opere di Jacomart Baço accanto a opere di pittori spagnoli attivi in Sardegna come Thomas e Figuera e poi Francesco Laurana, Domenico Gagini e la superba Testa di cavallo di Donatello, dal Museo Archeologico di Napoli.

Antonello da Messina, Annunciata, Olio su tavola, cm 57 x 39. Como, Museo Civico
Donatello, Testa di cavallo, Bronzo, cm (h) 175. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, dal palazzo di Diomede Carafa

L’Annunciazione di Bartolomeo Vivarini da Modugno, il San Girolamo di Lazzaro Bastiani da Monopoli, il polittico di Michele da Valona di Guglionesi, per illustrare i rapporti di dare e avere sulla sponda adriatica. E poi libri, codici, il Busto di Carlo V del Montorsoli, il Ritratto del Sultano Solimano di Hieronymus Hopfer, ma soprattutto lo Studio preparatorio per la Madonna del pesce di Raffaello e i dipinti a questa collegate di Cesare da Sesto, Girolamo da Salerno, Giovan Francesco Penni, Giovan Filippo Criscuolo e del notevole Andrea Sabatini. Grandi polittici dalla Basilicata interna e opere venete giunte in Puglia, tra cui dipinti di Lotto, Pordenone, Paris Bordone e altre opere che sorprenderanno i visitatori per finire con capolavori di Polidoro da Caravaggio e Pedro Machuca»

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