Scendono le Borse europee sotto la pressione di dollaro e petrolio ma anche dell’impennata del Bund tedesco, bene rifugio per eccellenza, spinta anche dagli acquisti della Bce: solo a maggio Francoforte potrà dirottare parte degli acquisti sui corporate bond. Intanto l’economia tedesca rallenta: gli ordini di fabbrica sono scesi dell’1,2% in febbraio.
A Piazza Affari l’indice Ftse Mib perde il 3%, Parigi il 2,08% e Francoforte il 2,35%. L’indice globale Stoxx 600, in calo del 2%, si è portato sui minimi degli ultimi 12 mesi. Il Btp a 10 anni è salito a 1,272%, lo spread sul Bund, ancora in discesa (allo 0,09%) è aumentato a 122 punti al massimo dal 9 marzo.
“Non vedo grandi spazi di compressione per i tassi dei Btp” ha commentato ieri la responsabile del debito pubblico Maria Cannata. Nella seconda giornata del Btp Italia, sono arrivati ordini per oltre 1,4 miliardi. “Non credo che ci discosteremo molto dai risultati retail dell’anno scorso (5,4 miliardi)”.
Wall Street prosegue in calo con l’S&P500 che perde lo 0,9%, il Nasdaq lo 0,7% e il Dow Jones lo 0,6%. Il big pharma Allergan lascia sul terreno più del 16% dopo l’annuncio di nuove misure del Dipertimento del Tesoro per prevenire operazioni fiscali di ‘tax inversion’, mettendo potenzialmente a rischio la fusione da 160 miliardi di dollari con Pfizer +0,5%.
Ad appesantire il sentiment di mercato oggi è il petrolio sui minimi da un mese dopo l’inattesa flessione della domanda di benzina negli Stati Uniti e per le perplessità che si possa raggiungere un accordo tra i maggiori produttori di greggio per far fronte all’eccesso di produzione.
Il petrolio Brent arretra dello 0,4% a 37,55 dollari al barile, Wti -0,4% a 35,65 dollari. Il cambio euro/dollaro è stabile a 1,137, in leggera ripresa dal minimo di oggi a 1,14. Lo yen a quota 110,56 è ai massimi dall’ottobre 2014.
A Piazza Affari nuova frana del comparto bancario: l’indice Stoxx è in calo del 3,1%. Il Banco Popolare perde l’8,05% sotto quota 5 euro, al minimo di sempre. Pesante caduta della Banca Popolare di Milano -6,56%. Le due banche hanno annunciato un piano di integrazione che prevede un aumento di capitale da 1 miliardo di euro.
In mattinata si è tenuta una riunione a Palazzo Chigi: oltre a Matteo Renzi erano present i vertici della Cdp, assieme agli addi Intesa, Unicredit e Ubi. Al centro della riunione i prossimi, problematici aumenti di capitale di Pop Vicenza e Veneto Banca, nonché il nodo Monte Paschi. In discussione anche il piano di Apollo per Carige.
La mobilitazione non ha rasserenato i mercati: Unicredit perde il 3,05%, Intesa Sanpaolo -4,33%, Monte Paschi -4%, Ubi Banca -5%. Sono in calo anche le società del risparmio, Banca Mediolanum -4,3% (nonostante la crescita della raccolta), Anima -4%, Banca Generali -6%.
Giornata no anche per l’automotive (-3,3% l’indice di settore). Peugeot -6% trascina al ribasso l’industria europea. Il costruttore francese ha annunciato stamattina che nel triennio 2016-2018 i ricavi cresceranno del 3,2%, ma il target del margine operativo scende sotto le aspettative. Fiat Chrysler perde il 5%.
Il mega contratto di Eurofighter con il Kuwait non salva Finmeccanica -2,29%. Giù anche StM -5,79% e Prysmian -3,21%. Il ribasso non risparmia le altre blue chips. Eni perde il 2,5%, Saipem il 5,78%, Tenaris il 3,82%. Enel lascia sul terreno il 3,33%, Telecom Italia il 2,44%. Le due società si ritrovano sempre più rivali nella corsa della banda larga. Mediaset è in calo del 5,68%.