ALLARME ROSSO: BORSA -5%, SPREAD A 402 BP
L’ITALIA IN RECESSIONE SPAVENTA I MERCATI
Affonda la finanza italiana sotto una gragnuola di colpi che non sembra far prigionieri: titoli di Stato, azioni bancarie od industriali, compagnie d’assicurazioni ed altro ancora. Piazza Affari registra una caduta nell’ordine del 5%, ben superiore al calo delle altre piazze europee ove le variazioni sono negative ma non così drammatiche: l’indice Ftse Mib segna un calo del 4,98% a quota 14.458. Nel finale peggiora Parigi -3,08% seguita da Londra -2,24% e Francoforte- 2,49%. Tiene meglio dell’Italia pure la Bolsa di Madrid -2,95% confutando così la tesi per cui sarebbe il focolaio della nuova ondata di sfiducia, maglia nera che, ahimè, spetta in egual misura a Miliano.
E’ stata una giornata pessima, infatti, sia per i Btp che per i Bonos di Madrid. Il rendimento del Btp decennale risale di 18 punti base a 5,60% ed il differenziale con il Bund, vicino ai minimi storici schizza sopra i 400 punti base a 421. Il rendimento del Bono spagnolo sale di 19 punti base a 5,91% e lo spread con la Germania si porta a 431 punti base. In questa cornice assume un sapore tragico la vigilia delle aste del Tesoro: domani tocca ai Bot (11 miliardi contro 8 in scadenza), giovedì ai Btp a 3, 5 e 15 anni.
Tracollo. Caporetto. Un rovescio così drammatico che tutte le spiegazioni possibili (e ce ne sono) appaiono comunque insufficienti a spiegare la disaffezione generale che ha colpito Piazza Affari e l’Italia in generale. A giustificare il miglior andamento di Madrid potrebbe contribuire l’impatto delle nuove misure di taglio alla spesa pubblica (10 miliardi) annunciate a sorpresa da Mariano Rajoy. Ma la rincorsa a nuove misure di austerità non sembra sortire alcun effetto. Ormai i gestori monetari guardano con maggior preoccupazione agli effetti recessivi delle misure antideficit che rischiano di portare a nuove manovre sempre più ravvicinate e sempre meno sostenibili piuttosto che agli effetti sul deficit.
Per non parlare dei macigni che tornano a piovere sul sistema bancario. Dopo l’allarme del New York Times sulle banche spagnole ed italiane, di nuovo “gonfie” di Bonos e Btp dal valore in calo, arriva il messaggio del governatore della Banca Centrale di Spagna, Miguel Angel Ordonez: non è da escludere che le banche debbano di nuovo rafforzare il patrimonio.
Il dato favorevole sulle scorte dei grossisti di febbraio (+0,9%) è stato ignorato da Wall Street. Ma l’Orso europeo non graffia, per ora, i listini Usa: Dow Jones -0,4%, S&P500 -0,02%, Nasdaq -0,1%
Tutt’altra musica a Milano. In fondo al listino, ove sono ben pochi i titoili a salvarsi, si posizionano i bancari. Con un’eccezione curiosa: Banca Monte Paschi +0,29%, con un finale a sorpresa, è l’unico titolo del paniere principale a chiudere in terreno positivo.
Spaventosa invece la voragine che si aperta per UniCredit -8,1% e Intesa Sanpaolo –7,94%. Ma anche per Banco Popolare –7,30% e Ubi -6,49%. In caduta libera anche le Generali –4,8%. Botte da orbi su Fonsai -9,14%, limita i danni Unipol -3%. Ma l’elenco dei ribassi copre l’intero listino. Spicca la caduta di StM -8,1% o di Lottomatica -7,03%. Fiat perde il 6,41%, poco meglio fa Finmeccanica -5,9%. Anche Ansaldo Sts -2,3% chiude in terreno negativo nonostante l’avvicinarsi della cessione di una quota ai compratori asiatici.
Capitombolo di A2A dopo il downgrade di Standard & Poor’s che venerdi’ aveva abbassato il rating della societa’ a ‘BBB’. Spicca in positivo solo la performance di Rcs Media group +5,12% a quota 0,8 euro, comunque assai al di sotto del prezzo pagato per la quota della famiglia Toti.