Il “caso marò”, la frattura diplomatica tra Italia e India, non si arresta, ma, anzi, esplode, arricchendosi di nuovi capitoli. Il ministero dell’Interno indiano, infatti, ha allertato tutti gli aeroporti del Paese avvertendoli della restrizione imposta dalla Corte Suprema all’ambasciatore d’Italia Daniele Mancini, che fino al 19 marzo non potrà lasciare il paese.
Il motivo di questa restrizione, contenuta nell’istanza presentata dal presidente del massimo tribunale Altamas Kabir, è l’accusa, che pende sul capo di Mancini, di aver violato una dichiarazione giurata resa alla Corte Suprema: l’ambasciatore italiano, che intanto continua a svolgere le sue normali attività, verrà sottoposto ad un’udienza il 19 marzo.
Ma le ripercussioni del “caso marò”, una vicenda che continua ad avere grande risalto nella stampa locale, non finiscono qui perchè l’India starebbe anche valutando la possibilità di ridurre la propria presenza diplomatica a Roma: congelato, nel frattempo, l’arrivo in Italia del nuovo ambasciatore Basant Kumar Gupta, mentre il Governo starebbe prendendo in considerazione alcune misure per disincentivare il commercio tra i due Paesi.