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Mario Negri controcorrente, l’istituto di ricerca fondato da Garattini non brevetta i farmaci e vince la Medaglia di Edimburgo

Imagoeconomica

C’è un’Italia che si fa onore all’estero e non solo nello sport ma addirittura nella scienza e nella tecnologia. E’ il caso dell’istituto milanese di ricerche farmacologiche Mario Negri, fondato nel 1961 dall’omonimo filantropo e da Silvio Garattini, scienziato di fama internazionale e oggi Presidente dell’istituto diretto da Giuseppe Remuzzi. Il Mario Negri è un vero gioiello della ricerca italiana ma è anche una realtà unica: tutto quello che fa non lo fa per fini di lucro, tant’è vero che non brevetta i suoi farmaci, ma mette le sue scoperte a disposizione di tutti, dell’industria come dei governi. Proprio per questo, per l’eccellenza delle sue ricerche ma anche per l’altissimo spessore etico che lo porta a privilegiare l’interesse collettivo, ieri l’istituto ha ricevuto un prestigioso riconoscimento internazionale e ha vinto la Medaglia di Edimburgo. Si tratta di un premio che in passato è andato a vincitori del Nobel e a personalità altisonanti, e che è stato creato “per onorare gli uomini e le donne della scienza e della tecnologia che hanno dato un contributo significativo alla comprensione e al benessere dell’umanità”. Eccellenza scientifica, spiccata dimensione etica e forte senso civico: il Mario Negri è tutto questo. Comprensibile la gioia del Presidente Garattini, del Direttore Remuzzi e dei 9 mila ricercatori dell’istituto. “Il nostro fine è solo la cura del malato” ha detto Remuzzi, in piena sintonia con la filosofia dei fondatori. Giù il cappello di fronte a Garattini, a Remuzzi e a tutto il Mario Negri.

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