“Per me è un giorno storico, un giorno fortunato”. Marino Golinelli non smette mai di stupire: l’ultima novità, annunciata ieri, è la rinuncia alla presidenza della Fondazione che porta il suo nome e che, da quasi 30 anni, il filantropo alimenta d’idee e denaro per offrire ai giovani gli strumenti idonei per affrontare il futuro. Golinelli passa il testimone al suo vice e braccio destro Andrea Zanotti, docente di diritto canonico dell’Alma Mater, uomo di grandi e audaci visioni. Ciò che stupisce in questo gesto non è tanto il fatto che un signore di 95 anni possa sentirsi stanco di ricoprire una carica operativa, ma che dietro questa scelta ci sia ancora una volta un sentimento di generosità e responsabilità sociale. Nulla vietava all’ideatore e finanziatore di una grande creatura di continuare a sedere sulla poltrona più alta fino alla fine dei suoi giorni. Il punto è che Golinelli fa un passo “di lato”, come dicono il suoi collaboratori che lo hanno voluto presidente onorario, per lasciare spazio ai giovani, perché i tempi sono maturi per un capitolo nuovo.
Un mattone dopo l’altro Golinelli ha costruito in questi 28 anni un grande edificio formativo, culturale, giuridico e tecnico. “L’unica fondazione filantropica di stampo anglosassone in Italia”, come ama ripetere. Negli ultimi mesi questo edificio è diventato ancora più alto, una torre, nella città delle torri, Bologna, per guardare più lontano, laddove spazio e tempo si confondono: è stato inaugurato infatti l’Opificio, cittadella della conoscenza e del sapere, dove trovano spazio tutte le attività della Fondazione; ha preso vita Opus 2065, una scommessa per proiettare i giovani nei prossimi 50 anni, in un mondo sostenibile; è nato Trust 2065, che garantisce la destinazione di ulteriori 30 milioni donati da Golinelli ai suoi progetti. A questo punto il filantropo ha metaforicamente tagliato un traguardo.
“Sono un uomo fortunato – ribadisce – perché guardo al futuro”. Ricordiamo brevemente che la sua “fortuna” comincia a San Felice sul Panaro, in provincia di Modena, dove a 17 anni capisce quanto la scienza sia importante. Nella facoltà di farmacia, nei laboratori dell’Università di Bologna, dove si laurea, impara, trova stimoli e una parte delle risposte che cerca. Dopo alcuni anni Inventa l’Alfa Biochimici, che poi diventa Alfa Wassermann, infine Alfasigma, big italiano del settore farmaceutico con 900 milioni di fatturato. La Fondazione arriva quando l’imprenditore ha concluso un ciclo e sente il bisogno di “restituire alla società parte di quello che ho avuto”. Oggi questo gesto, ancora un buon esempio per tutti. Fine della storia? Fortunatamente no. “Sono un uomo curioso – aggiunge Golinelli – e finché mi sarà possibile contribuirò ancora con le mie idee. Una fondazione, come un’azienda, vive e prospera quando ha una visione strategica e un’etica che accompagna questa visione; quando ha il giusto supporto economico; quando è ben governate. Oggi la Fondazione Golinelli si trova in questa condizione. Proseguirà il suo cammino, senza una scadenza e quando le nostre start up cominceranno a produrre reddito avremo ulteriori risorse da investire per il futuro dei giovani”. Accanto a Zanotti in consiglio di amministrazione siedono il vice presidente Filippo Cavazzuti, Luca De Biase, Stefano Golinelli jr, Emilio Ferarri. Un centro decisionale snello, per un organismo che ha grandi ambizioni. A dirigere la struttura c’è Antonio Danieli.
“Si tratta di un passaggio di consegne non traumatico – sottolinea Zanotti – ma in piena sintonia e affetto, perché il nostro è un sodalizio che si fonda sulla stima e su un grande rapporto umano. Marino non può dimettersi da sé stesso, rinuncia, come un Papa, ma resta Papa emerito e contribuirà con le sue idee al nostro futuro. Dal punto di vista istituzionale invece siamo a una svolta importante. Fino a poco tempo fa la Fondazione si poneva a supporto del pubblico, in un rapporto di sussidiarietà. Oggi non basta più. Abbiamo capito che c’è un problema più profondo, strutturale, nella formazione dei giovani, perché il mondo va troppo veloce per i nostri programmi universitari. Bisogna pensare in maniera diversa. La Fondazione è una lepre e può fare scatti, che la macchina pubblica non può permettersi. La scienza non inventa facendo esperimenti, inventa cose nuove immaginando altri mondi. E noi vogliamo fare questo. Andare avanti, guardando anche indietro, per esempio alla Bologna del 1200 che sapeva unire scienza e poesia. Le Università non devono inseguire posti in graduatoria, devono essere più ambiziose. L’Italia non può competere con i paesi che hanno miliardi di abitanti, deve competere con le sue armi migliori tecnica e fantasia”.
Sul terreno fertile di queste idee maturano gli accordi della Fondazione con altri soggetti: per esempio quello con IIT, Expert System e Nova (Sole 24 ore) per il progetto Discovery24, che ha ottenuto anche un finanziamento di 530 mila euro da Google e fondo Dni; quelli con il Miur, con l’Università di Bologna e altri atenei, e gli accordi che verranno o sono in corso di maturazione. Insomma la macchina è in moto, ha il carburante e una rotta. Golinelli ha ceduto il posto di guida, forse ha solo voglia di godersi un po’ il panorama di un mondo che ha cercato di rendere migliore.
Clicca qui per leggere l’intervista realizzata dal direttore Franco Locatelli con Marino Golinelli.