La “marijuana legale”, ricavata dalla canapa e contenente un tasso di Thc (la sostanza attiva psicotriopa) inferiore allo 0,2%, già regolarmente venduta da oltre un anno (gennaio 2017) è ora sempre più sdoganata. Dopo la legge che un anno e mezzo fa ha reso possibile la commercializzazione di questa cannabis light, che ha rivoluzionato il mercato, adesso è arrivato il riconoscimento anche da parte del ministero dell’Agricoltura, il Mipaaf, che con una circolare – dopo un anno di richieste incessanti da parte dei coltivatori e i lavoratori dell’indotto – si è espressa sulle regole: produrre e vendere l’erba legale è possibile, senza più dubbi per agricoltori e commercianti che negli ultimi mesi hanno investito in questo business, tra non poche incertezze. Il successo della marijuana light è dovuto al suo effetto rilassante, antistress e antiansia senza controindicazioni come invece ha la cannabis ad alto contenuto di Thc. Si può fumare o bere come una tisana e non è curativa.
“La coltivazione della canapa – si legge nella circolare ministeriale – è consentita senza necessità di autorizzazione, che viene richiesta invece se la pianta ha un tasso THC di oltre lo 0,2% come previsto da regolamento europeo. Qualora la percentuale risulti superiore ma entro il limite dello 0,6% l’agricoltore non ha alcuna responsabilità; in caso venga accertato un tasso superiore allo 0,6% l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa”.
Adesso tutti i soggetti che hanno investito in questo business sanno di agire legalmente, senza più ombre: esultano dunque i produttori. L’ultimo paragrafo della circolare ribadisce poi alcuni punti su cui produttori e coltivatori spingono da tempo: impedisce ad esempio le importazioni che non rientrano nel catalogo europeo, mettendo un freno dunque a ibridi, incroci ed erbe svizzere.
“Si tratta di un provvedimento necessario per chiarire i possibili usi della canapa coltivata nell’ambito del florovivaismo in modo da attuare pienamente una buona legge e precisarne il suo campo di applicazione. In questo modo agevoliamo anche l’attività di controllo e repressione da parte degli organi preposti”, spiega il viceministro dell’Agricoltura Andrea Olivero. La circolare individua inoltre regole precise e paletti da rispettare per i vari settori produttivi dove la cannabis può essere impiegata, ovvero quelli che vanno dall’alimentazione alla cosmesi, dall’industria e artigianato al settore energetico e alle attività didattiche e di ricerca industriale.
Il nuovo riconoscimento sdogana dunque del tutto un business, quello denominato della “new canapa economy”, che nell’ultimo periodo ha registrato un vero e proprio boom: si è passati dai 400 ettari di terreno coltivati del 2013 ai quasi 4mila stimati per il 2018. Il solo giro d’affari della “marijuana legale” ha un potenziale stimato in oltre 40 milioni di euro.
Ottimo articolo! A piccoli passi si inizia veramente a regolamentare bene la situazione.