(Parigi). Nel parco eolico di Ulassai in Sardegna c’è una sua opera. Era amante delle natura e delle tradizioni. Un’arista anticipatrice di tendenze come “ l’arte relazionale”. Ho visto suoi lavori al Moma di New York e al Centro Pompidu di Parigi. Ed è nella capitale francese piena di turisti per le festività natalizie che resterà aperta fino al 10 gennaio la mostra “Maria Lai. Suivez le rythme”. Un evento straordinario organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi in occasione del centenario della nascita dell’artista sarda deceduta nel 2013. Dopo le importanti rassegne realizzate dagli Uffizi di Firenze nel 2018 e dalla più recente e ricca MAXXI di Roma quest’anno e la partecipazione alla 57a Biennale di Venezia, la Mostra è la prima a Parigi. Un eventoi mportante per scoprire un’artista che nella sua carriera ha cercato di avvicinare l’arte alla gente.
Maria Lai ha vissuto la Sardegna attraverso varie epoche. Ma è sempre rimasta legata alla sua terra a quell’ambiente ruvido, ma umano. Non per caso diceva che la sua opera più importante è “Legarsi alla montagna”. Mentre “ La cattura dell’ala del vento “, ispirata al territorio , è quella collocata al Parco Eolico di Ulassai, città natale di Maria. Quelle esposte a Parigi i questi giorni rappresentano un complesso excursus artistico correlato a luoghi di vita da lei vissuti, italiani e stranieri. Con l’Istituto di cultura francese hanno collaborato alla Mostra la Fondazione Stazione dell’Arte, la Fondazione di Sardegna, il Comune di Ulassai e l’Archivio Maria Lai, con l’intento proprio di restituire al pubblico una visone complessiva della vicenda artistica della Lai.
In giovane età ebbe un ostacolo all’apprendimento. Non fu che il primo di un percorso artistico e biografico intenso e articolato, spiega Davide Mariani, curatore della mostra e Direttore del Museo Stazione dell’Arte di Ulassai. Ma sarà proprio quella lezione a convincere Maria che il coinvolgimento e il dialogo con lo spettatore fossero alla base della creazione di un’opera, come testimonia il suo capolavoro “Legarsi alla montagna”, come dicevamo .In questo modo prese avvio l’ “arte relazionale”.
A Parigi sono esposti i libri cuciti, le geografie, le fiabe, i giochi , la documentazione fotografica di alcuni dei i suoi interventi ambientali più significativi : il telaio-soffitto del 1982, le capre cucite del 1992, il volo del gioco dell’oca del 2003. La mostracome un viaggio all’interno dell’immaginario della Lai. Ricco di spunti e di curiosità. È un “ invito ad abbandonarsi all’avventura delle emozioni, al piacere della scoperta di un’artista che ha dovuto combattere contro pregiudizi che hanno accompagnato e in parte ancora accompagnano la presenza femminile nel mondo dell’arte” aggiunge Fabio Gambaro Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi.
L’ingresso libero alla è all’Istituto di Cultura al n. 50 di Rue de Varenne, lunedì- venerdì 10:00-13:00/ 15:00-18:00.