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Marchionne punta anche su Apple. Enel su Metroweb

Dopo una seduta a ranghi ridotti per la chiusura ieri dei mercati in Svizzera e nel Nord Europa (festa dell’Ascensione) oltre che in Giappone, Indonesia e Corea del Sud, le Borse sono pronte a vivere un finale di settimana ruggente. L’appuntamento clou sarà, nel primo pomeriggio italiano, con i dati sul mercato del lavoro Usa di aprile: un rialzo superiore alle 200 mila unità dimostrerà che la locomotiva non ha rallentato troppo. Le premesse non sono buone: le richieste di sussidi di disoccupazione sono salite oltre le previsioni, a 274mila da 257mila della settimana precedente. Era dal gennaio del 2015 che non si registrava un rialzo del 6% tra una settimana e l’altra. Intanto la Fed entra nella campagna elettorale: Donald Trump ha detto che, in caso di vittoria, non intende confermare Janet Yellen.

Nulla di nuovo sotto il Sol Levante. la Borsa giapponese ha ripreso l’attività con un nuovo ribasso (-0,9%), a metà seduta mentre torna a salire lo yen (+0,1% a 107,14 sul dollaro). Sono arrivati altri dati deludenti dall’economia: l’indice dei servizi chiude in calo ad aprile per la prima volta da 13 mesi. Ne risentono gli altri listini asiatici, in attesa dei dati Usa: Hong Kong -1,3%, Sidney -0,5%. Più marcate le perdite a Shanghai (-1,9%) e Shenzhen (-2,4%).

IL PETROLIO SALVA WALL STREET. CITIGROUP SCEGLIE ENI

Frena stamane il greggio (Brent a 44,96, Wti 44,21) dopo le scintille di ieri, che hanno consentito a Wall Street di evitare nuovi ribassi dopo aver toccato mercoledì i minimi delle ultime tre settimane. Il petrolio Brent è risalito del 3% a 46 dollari a causa del gigantesco incendio divampato nello stato canadese dell’Alberta, nella regione dei pozzi petroliferi: i danni hanno già provocato danni per un miliardo di dollari, almeno mezzo milione di barili al giorno la produzione persa.

Chevron è in rialzo dell’1,6%, variazione più ampia tra le blue chip. Exxon Mobil +1,1%. Nel listino italiano si è messa in luce Eni (+1,7%), inserita da Citigroup nella sua European Focus List al posto della francese Total. Tenaris +2%, Saipem +0,1%. Ma il rimbalzo non ha dato la spinta al resto del mercato: indice Dow Jones +0,05%, S&P500 -0,02%, Nasdaq -0,18%. 

È CINESE IL TITOLO TOP: ALIBABA +4% AL NYSE. SI SGONFIA TESLA

Il titolo migliore di Wall Street è cinese: Alibaba sale del 4%. Il colosso cinese delle vendite online di qualsiasi genere di prodotto e servizio ha chiuso il quarto trimestre 2015 con un incremento dei ricavi del 39% a 24,2 miliardi di yuan, pari a 3,7 miliardi di dollari. Il consensus era 23,2 miliardi.

Si è sgonfiato invece nel corso della seduta l’entusiasmo per Tesla (-5%, contro +4% nel pre-borsa). Mercoledì sera il costruttore di auto elettriche ha rivisto al rialzo i target di produzione del nuovo modello S a 500mila pezzi entro il 2018 . M un report di Ubs sostiene che si tratta si un bluff: la società non ha sufficienti mezzi finanziari per sostenere il progetto che ha bisogno di almeno due miliardi di dollari di nuove risorse. 

SOS EMERGENTI: IN TURCHIA L’ESTATE SARÀ CALDA

Tra i segnali più allarmanti l’inversione di tendenza dei mercati Emergenti, in calo del 2% circa dopo un progresso del 10% dall’inizio del 2016. Ecco l’analisi di Luis Costa di Citigroup: “Ci sono numerose criticità sull’orizzonte tra cui la frenata della domanda cinese di materie prime. Occhio anche alla Turchia. Le dimissioni del premier Davotoglu hanno aumentato l’incertezza: mi aspetto un’estate calda in Turchia”. Ieri la lira turca ha perso il 4% sul dollaro.

Poco più a nord uno sciopero generale paralizzerà la Grecia oggi e domani in attesa del voto del Parlamento di domenica sul pacchetto di riforme su fisco e pensioni col quale Atene spera di convincere i propri creditori a sbloccare una nuova tranche di aiuti. Ma restano divergenze tra Atene e i suoi creditori su un ulteriore pacchetto di misure di salvaguardia da attivare qualora risultasse a rischio il raggiungimento degli obiettivi di bilancio pubblico fissati per il 2018.

MILANO -0,1%. LO SPREAD AI MASSIMI DA FINE FEBBRAIO

Anche l’apertura europea sarà caratterizzata dalla prudenza, secondo l’andamento dei futures. Modesti i movimenti di ieri: In ribasso Parigi (-0,1%), sono salite Londra (+0,1%) e Francoforte (+0,2%). Milano, dopo sostanziosi rialzi in mattinata (fino a un massimo di 18.215 punti) ha svoltato in territorio negativo chiudendo le contrattazioni in calo dello 0,1% a 17.923 punti. Ancora una volta sono state le banche a condizionare la seduta. 

Inquieti anche i mercati del debito. La forbice tra tassi decennali Italia/Germania torna a superare i 130 punti base fino a toccare 132 centesimi, nuovo record intraday dal 29 febbraio mentre il tasso del Btp dicembre 2025 viaggia comodamente oltre la soglia psicologica di 1,50%.

BANCHE: CLIMA PESANTE, BRILLA SOLO MPS

Sempre nel mirino i titoli bancari. Brilla Monte Paschi +4,5%, nel giorno della trimestrale che ha registrato utili per 93,3 milioni (-35,2% rispetto ai 143 milioni del primo trimestre 2015, “drogati” dalla posta straordinaria del rimborso per Alexandria). Alla stessa data i crediti deteriorati erano pari a circa 24 miliardi di euro coperti al 49%, in aumento di 59 punti base rispetto a fine 2015. La Banca ha in programma la creazione di una piattaforma, affidata a Mediobanca, dedicata ai non perfoming loans. In terreno positivo anche Carige (+0,51%).

Ma il clima intorno alle banche italiane resta pesantissimo. Il Banco Popolare scende del 5%, Ubi Banca del 4,5%. Unicredit -1%: martedì prossimo il Cda esaminerà i risultati del primo trimestre 2016. Il consensus degli analisti indica un utile netto di 379 milioni di euro.

VENETO BANCA, VINCONO LE LISTE DEI SOCI. VENDITE SU INTESA

Intesa San Paolo lascia sul terreno il 2,5%: pesa il ruolo di garante dell’aumento di capitale di Veneto Banca, protagonista del colpo di scena della giornata. L’assemblea di ieri ha eletto a sorpresa la lista presentata dai soci, che ha ricevuto il 57,917% dei voti in opposizione a quella presentata dal Cda con a capo il presidente Pierluigi Bolla.

“Siamo vigilati speciali dalle autorità di Vigilanza e quindi veramente da domani bisogna cominciare a costruire un percorso che rassicuri i mercati e sia in piena compliance con le indicazioni delle autorità”’ è stato il primo messaggio del nuovo presidente designato Stefano Ambrosini. La Vigilanza della Bce ha già fatto sapere che esaminerà “con accuratezza” i curriculum dei nuovi consiglieri per valutare l’assenza di legami con la passata gestione.

“Ci rimbocchiamo le maniche, cerchiamo di generare meno perdite di quante fatte nel primo trimestre del 2016, che non sono pochissime” ha aggiunto il presidente in pectore. A proposito di un eventuale ruolo di Atlante nell’aumento di capitale Ambrosini ha detto: “Ho sempre detto che mi sembrava sbrigativo dire che di Atlante non c’è alcun bisogno. Io considero Atlante un’ottima soluzione di sistema ed è sciocco rinunciare ad aprire un paracadute quando ce l’hai nell’aereo”.

Le regole sul bail-in finalizzate a non scaricare sui contribuenti il costo dei salvataggi bancari possono essere “fonte di seri rischi di liquidità e di instabilità finanziaria” ha ammonito ieri il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Ma non va esagerato l’allarme sofferenze: I circa 87 miliardi di sofferenze nette accumulate dal sistema bancario sono infatti assistiti da 85 miliardi di garanzie reali e da 37 miliardi di ulteriori garanzie, dice Visco, pronosticando una ulteriore caduta del flusso di nuove sofferenze nel 2016 dopo il calo osservato nel quarto trimestre dello scorso anno.

CROLLANO LE COMMISSIONI DI PERFORMANCE: AZIMUT IL TITOLO PEGGIORE

Delude nel risparmio gestito: Azimut -6%, peggior blue chip nel giorno della presentazione dei risultati. L’utile netto è sceso nel primo trimestre a soli 20,3 milioni, da 127,8 milioni dello stesso periodo 2015, e sono crollate le commissioni di performance, a 5,7 milioni da 97 milioni. “Dato il quadro di riferimento affrontato, e l’esperienza vissuta in situazioni simili passate, non abbiamo timori per il prosieguo dell’anno”, commenta nel comunicato Pietro Giuliani, indicando nell’accelerazione della raccolta di aprile “un importante segnale di fiducia per i mesi a venire”. Il mese scorso Azimut ha realizzato una raccolta netta totale di 1,1 miliardi, pari a 782 milioni al netto di acquisizioni. Nello stesso segmento, Anima -3,5%, Banca Mediolanum -2%.

BT RILANCIA TELECOM. ANCHE ENEL SU METROWEB

La nota più positiva di giornata è la performance di Telecom Italia: +3,4% in attesa dell’aggiornamento del piano industriale previsto a fine della prossima settimana. Ma contano anche i buoni risultati di British Telecom, in rialzo del 2,6%. Il gestore britannico ha annunciato che investirà nei prossimi tre anni 6 miliardi di sterline per realizzare la rete super-veloce in fibra ed estendere il servizio mobile 4G.

Anche Enel (+1%), secondo Reuters, si accinge a presentare un’offerta per il controllo di Metroweb. Ieri intanto ha preso il via la costruzione dell’impianto fotovoltaico in Minnesota per un investimento complessivo di 290 milioni di dollari. Avanza Mediaset: +2,5% dopo i risultati migliori delle attese della controllata Mediaset España.

DELUDE FINMECCANICA, MA SALE IL PORTAFOGLIO ORDINI

Fa flop dopo la trimestrale Finmeccanica che azzera i guadagni della mattina (massimo a 11,33 euro) e termina in ribasso del 3% a 10,69 euro. Il gruppo ha annunciato risultati deboli ma ha alzato di molto le previsioni per l’intero 2016 per tenere conto della nuova commessa in Kuwait: è previsto un flusso di ordini di 20 miliardi di euro dal precedente 12,2-12,7 miliardi. Il debito netto è di 4.212 milioni di euro, in miglioramento di circa 900 milioni. Tra le ragioni del ribasso l’Ebita inferiore alle previsioni di un 8% e le perplessità per il risultato della divisione elicotteri. Tra gli altri industriali, Prysmian avanza dell’1,5%. 

MARCHIONNE, DOPO GOOGLE, PUNTA ANCHE SU APPLE

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Debole Fiat Chrysler (-2,6%) nel giorno della presentazione della Giulia a Palazzo Chigi. L’occasione ha consentito a Sergio Marchionne di tornare sull’accordo con Google. Non esiste, ha detto il Ceo, un accordo di esclusiva tra le due aziende e come “loro possono lavorare con altri, noi possiamo collaborare con altri intruders”. Perciò piena disponibilità a lavorare anche con Apple: “La nostra posizione è chiara, l’ho detta anche a Tim Cook – ha aggiunto -. Continuo a rendermi disponibile a esplorare un modello di collaborazione anche con loro. Noi non possiamo chiuderci e fare una selezione sulle tecnologie perché è un’industria che sta sviluppando e delineando la sua forma. Non ci sono scelte esclusive”.

Categories: Finanza e Mercati