Adesso perfino Susanna Camusso e Maurizio Landini fanno i complimenti a Sergio Marchionne. Con l’assunzione di oltre mille lavoratori a Melfi, il ceo di Fca ha compiuto il miracolo di convincere anche i suoi più agguerriti avversari. E ora può guardare con serenità al futuro (“ora uso solo tre telefoni cellulari”), annunciando che nulla è per sempre e che si ritirerà fra 4 o 5 anni, cioè quando sarà stato pienamente attuato il nuovo piano industriale che sta rilanciando il settimo gruppo automobilistico mondiale.
Al salone dell’auto di Detroit Marchionne si è detto convinto che la svolta è nata dalla fusione tra Chrysler e Fiat (“Ha fatto bene alla Fiat”) e che ora il gruppo può puntare a produrre nel 2015 cinque milioni di auto e addirittura a ritrovare il pareggio dei conti in Europa, anche se il baricentro del mercato si sposta verso gli Usa e verso il Brasile.
Sulla Ferrari Marchionne ha riconosciuto che “Montezemolo ha fatto un grande lavoro” ma che tutte le aziende hanno bisogno di cambiare e che la Rossa non produrrà Suv. “L’esclusività di Ferrari non va toccata. E deve essere fatta in Italia, altrimenti è una bestemmia”. Grande fiducia però anche su Maserati e Alfa.