La notizia l’ha data direttamente l’avvocato del Pibe de Oro, Angelo Pisani, intervistato da Radio Gol: “Ieri ho sentito Maradona, la settimana prossima sarà a Napoli”. E non è tutto: “Vorrebbe salutare i tifosi azzurri al San Paolo, e il 20 maggio sarà all’Olimpico per la finale di Coppa Italia: l’ha promesso”.
Napoli già freme, alla sola idea di riabbracciare il suo indimenticato numero 10 a sette anni di distanza da quel 9 giugno 2005, quando il campione argentino entrò per l’ultima volta nello stadio che lo rese grande in occasione dell’addio al calcio dell’ex compagno e grande amico Ciro Ferrara.
Entusiasmo, emozione, passione e persino amore sono le sensazioni che già pervadono i milioni di tifosi partenopei in trepidazione. Ma, in attesa di conferme ufficiali, ci sono anche le note dolenti. “Diego – ha aggiunto l’avvocato Pisani – vuole far capire ai napoletani che non è un evasore fiscale: il 5 aprile si presenterà davanti ai giudici”.
Già, perchè, come è ormai arci-noto, Maradona ha qualche guaio con il Fisco italiano. “Ma non manderò il mio avvocato da Befera (direttore dell’Agenzia delle Entrate, ndr), ci andrò io di persona”, ha detto pochi giorni fa da Dubai, dove allena, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. La questione risale all’epoca in cui il Pibe de Oro giocava con la maglia del Napoli, ossia oltre 20 anni fa: i tre campioni stranieri di quella gloriosa squadra, Maradona, Careca e Alemao, crearono delle società di comodo all’estero per lo sfruttamento della loro immagine. Il Fisco iniziò così a marcarli stretti, e mentre i due brasiliani si accordarono, il genio ribelle venuto dall’Argentina mise a segno uno dei tanti dribbling della sua impareggiabile carriera.
Risultato: Maradona deve tuttora allo Stato italiano 40 milioni di euro. Solo una minima parte è stata recuperata dagli agenti della Guardia di Finanza, attraverso un’operazione che fece molto discutere: in alcune delle poche apparizioni di Diego sul territorio italiano (per la presenza alla partita di addio di Ferrara, appunto, e all’epoca delle sue apparizioni nel programma tv Ballando con le Stelle) da quando, quel 17 marzo del 1991, scappò in Argentina in seguito allo scandalo della cocaina, le Fiamme Gialle hanno prelevato al campione di Villa Fiorito orecchini e orologi di valore, per poi rivenderli all’asta.
“Un’umiliazione”, ha tuonato di recente Maradona, sempre alla Gazzetta. “Parlerò direttamente con Befera per spiegarli che sul mio contratto c’era la clausola ‘esente da tasse’, dunque il responsabile è il presidente Ferlaino, non io”. Questa la difesa dell’accusato più amato dai napoletani. Quello che assolverebbero da qualsiasi colpa, ammesso e non concesso che ne abbia commessa una. Se non quella di essere rimasto nel cuore di tutti loro, pronto per un’accoglienza degna del calciatore più forte della storia.