Diego Armando Maradona sarà processato in Italia a partire dal 19 luglio 2016. Per evasione fiscale? Macché: per un ombrello, uno di quelli che si fa con le braccia. O meglio, per diffamazione nei confronti di chi le tasse ha il compito di riscuoterle, Equitalia. Con quest’accusa El Pibe de oro è stato rinviato a giudizio dal Giudice per le udienze preliminari di Roma, che ha mandato a processo con la stessa accusa anche Angelo Pisani, avvocato dell’ex campione argentino.
Secondo il pm Nicola Maiorano, tra “il maggio e il giugno del 2012” Maradona ha reso “una serie di dichiarazioni, tra interventi pubblici e interviste a organi d’informazione, in cui affermava ripetutamente di essere vittima di una strumentale persecuzione da parte di Equitalia, sulla base di documentazione falsa e di procedure irregolari, che lo aveva portato vicino a gesti irreparabili, come accaduto ad altre persone”.
Pisani si è immediatamente difeso: “Sono fiero di esser stato denunciato da Equitalia per aver difeso un innocente e senza mai offendere nessuno. Saremo fieri di rappresentare davanti ai veri giudici competenti l’innocenza di Maradona, che non ha mai offeso nessuno”.
Quella tra Maradona e il Fisco italiano è una battaglia che dura da anni e che vede in gioco un presunto debito da quasi 40 milioni di euro. La storia infinita ha trovato il suo acme drammatico nell’intervista rilasciata da Maradona a Fabio Fazio, durante “Che tempo che fa” su Rai Tre, quando Don Diego trasformò la Mano de Dios nell’ombrello ad Equitalia.