Bilanci truccati, investimenti sospetti, torbidi intrecci tra politica e finanza, persino un suicidio dai contorni strani: è la parabola della Parmalat, l’impero fondato da Calisto Tanzi, da multinazionale del latte al fallimento più clamoroso della storia d’Italia e d’Europa dal dopoguerra. Una storia parallela a quella di Sergio Cragnotti e della Cirio con la sua rite di società in esotici paradisi fiscali, lontane da occhi indiscreti, dove per anni ha nascosto il denaro raccolto dai risparmiatori. Cirio e Parmalat rappresentavano la punta di diamante del settore alimentare italiano: insieme sono crollate, come castelli di sabbia, sotto il peso di debiti stratosferici.
Ironia della sorte, per entrambe, a pochi mesi di distanza, un giudice ha emesso una sentenza di condanna: a Tanzi il Tribunale di Parma ha inflitto 18 anni per la bancarotta da 14,5 miliardi di euro della Parmalat. Ora l’ex patron sta scontando in carcere la condanna definitiva a 8 anni per il reato di aggiotaggio. Condannato a 9 anni in primo grado dal Tribunale di Roma anche Sergio Cragnotti, per il crack da 1,2 miliardi della Cirio.
Questo libro vuole ricostruire le tappe fondamentali degli scandali, svelandone misteri e retroscena così come appaiono dopo le sentenze al termine di lunghi processi che hanno coinvolto migliaia di risparmiatori rimasti scottati da scelte di investimento ritenute sicure, ma che non lo erano affatto: 150.000 nel crack Parmalat e 35.000 per Cirio. Era dai tempi del crack Ambrosiano e del Banco di Napoli che non si vedevano dissesti di queste dimensioni. Numeri che si aggiungono ai 300.000 italiani truffati dai bond dell’Argentina e che, insieme agli altri casi affrontati in questo libro, portano a più di mezzo miliione le vittime dei crack: dalle obbligazioni vendute come sicure e divenute carta straccia, ai derivati spericolati dell’Italease, alle dot.com della new economy degli anni 2000.
Attraverso questi casi si ripercorrono le storie del malfunzionalmento del sistema finanziario italiano, gli intrecci con le banche, i controlli troppo laschi, i conflitti di interesse dei revisori, dei sindaci e dei consiglieri: vittime e mandanti sono cambiati negli anni, ma alla fine il risultato è sempre quello di scaricare sui risparmiatori le difficoltà delle imprese. Questo libro cerca di capire come queste vicendo sono andate a finire e quanto è stato recuperato.
La finanza corre veloce e fatta la legge si trova l’inganno. I tempi della giustizia invece sono biblici e, quando si riesce a condannare bancarottieri e truffatori, i giudici giungono un primo obiettivo dopo molti anni, sempre minato dal rischio della prescrizione. Ai risparmiator inon rimane che provare a ottenere il risarcimento costituendosi parte civile nei processi penali o intentando una causa civile. Quanto è stato finora recuperato? Si calcola che su nove miliardi persi nelle truffe soltanto due siano stati risarciti, altri sette volatilizzati. I truffatori ringraziano.