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Mar Rosso: Italia schierata con Francia e Germania per missione navale “difensiva” Ue. Previsto l’uso della forza

FIRSTonline

Una missione navale difensiva Ue, con possibile uso della forza, per difendere le navi mercantili che attraversano il Mar Rosso dagli attacchi degli Houthi, preservare il commercio mondiale, salvaguardare gli interessi geostrategici dell’Unione Europea ed interrompere l’ascesa dei prezzi del trasporto marittimo, saliti del 23% in una sola settimana.

Di questo si discuterà al Consiglio Affari esteri dell’Unione Europea cominciato questa mattina a Bruxelles. La missione militare navale Ue, sottolinea il Corriere della Sera, avrà Italia, Francia e Germania in prima fila. Lo prevede un documento congiunto firmato dai tre Paesi, in cui Roma, Parigi e Berlino invitano gli Stati membri “a considerare favorevolmente la loro partecipazione, con mezzi navali o contributi di personale”. 

La proposta verrà discussa già nel corso di questa riunione del Consiglio dei ministri degli Affari esteri, ma il via libera definitivo dovrebbe arrivare il prossimo 19 febbraio, nell’ambito del nuovo meeting del Consiglio. 

I ministri dei Ventisette Paesi Ue si confronteranno oggi anche sull’impegno per portare avanti la soluzione dei due Stati per la crisi in Medio Oriente nonostante l’opposizione di Netanyahu. All’incontro prenderanno parte anche i ministri degli Esteri arabi, israeliano e palestinese.

Mar Rosso: arriva la missione europea Aspides

La missione europea si chiamerà “Aspides” e avrà lo scopo di proteggere le navi mercantili dagli attacchi degli Houthi. Da più parti si sottolinea il carattere “difensivo” dell’operazione, differenziandola dunque da quella anglo-americana “Prosperity Guardian” che invece ha condotto attacchi in territorio yemenita. Tra le due è però previsto uno scambio di informazioni.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo venerdì sera a Bergamo a un incontro con un gruppo di industriali ha spiegato che “Aspides non è solo una missione di polizia internazionale, è un importantissimo segnale politico della Ue: siamo sulla direzione della difesa comune europea, che è il vero tassello necessario per la politica estera comune”.

Mar Rosso: cosa dice il documento firmato da Italia, Francia e Germania

“Data la gravità della situazione attuale e i nostri interessi geostrategici, è importante che l’Ue dimostri la sua volontà e le sue capacità di agire come attore di sicurezza globale, anche nel settore marittimo”, scrivono Italia, Francia e Germania nel documento che presenteranno al Consiglio Affari Esteri iniziato questa mattina. 

“La missione  sarà in linea con la Convenzione Onu sui diritti del mare e sarà difensiva“, spiega il testo, in cui si sottolinea “l’importanza di usare le strutture e le capacità già esistenti” della missione Emasoh/Agenor, nello stretto di Hormuz.

“Le continue tensioni nell’area rischiano di ripercuotersi negativamente sull’economia globale, causando un aumento dei costi di trasporto e dei tempi di consegna delle merci. Se prolungata, potrebbe avere potenziali effetti destabilizzanti su alcuni Paesi, come l’Egitto, il cui bilancio dipende in gran parte dalle entrate provenienti dai transiti attraverso il Canale di Suez (l’Egitto ha incassato circa 8,6 miliardi di euro nell’anno fiscale 2022-2023)”, scrivono nel paper Roma, Parigi e Berlino, nel quale si ricordano le due missioni finora messe in campo dall’Ue nell’area per la sicurezza della navigazione: l’operazione Atalanta, contro la pirateria somala, e l’operazione Emasoh/Agenor, nello Stretto di Hormuz.

I firmatari, in merito alla missione nel Mar Rosso, “invitano pertanto l’Alto Rappresentante a mettere in atto tutti i possibili sforzi diplomatici per assicurare che il mandato e le attività dell’operazione Aspides godano del massimo grado di comprensione possibile nella regione e oltre. Da un punto di vista operativo, i firmatari del presente documento invitano gli altri Stati membri a considerare favorevolmente la loro partecipazione, con mezzi navali o contributi di personale, ad Aspides come segno tangibile di sostegno all’obiettivo politico comune di proteggere la libertà di navigazione e di sostenere il diritto internazionale”. 

Sottolineano, infine, che “l’operazione potrebbe essere lanciata in applicazione dell’art. 44 del Tue, se necessari”, secondo il quale per missioni di questo genere “il Consiglio può affidare l’esecuzione di un compito a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e che dispongono delle capacità necessarie per svolgere tale compito”. 

Germania: “Urgente una missione Ue nel Mar Rosso”

“Quasi ogni giorno gli Houthi dello Yemen attaccano a caso nel Mar Rosso navi del tutto estranee, colpendo così una delle arterie centrali della libera navigazione e quindi anche del commercio mondiale. Per noi è quindi importante lanciare congiuntamente un’operazione dell’Ue per il Mar Rosso. In tal modo dimostriamo che l’Ue è capace di agire e che è un partner affidabile per il diritto internazionale”, ha dichiarato la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, al suo arrivo al Consiglio Esteri a Bruxelles. “Pertanto, per me è fondamentale che ora chiariamo insieme, urgentemente, gli ultimi dettagli”, ha aggiunto.

Al Consiglio Ue anche il piano sui due Stati rifiutato da Netanyahu

I ministri oggi discuteranno anche del piano dell’Alto rappresentante Ue Joseph Borrell, volto a rilanciare il processo di pace in Medioriente e la soluzione dei due Stati, che il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha più volte rifiutato negli ultimi giorni

Per incentivare le trattative, i Paesi Ue e gli altri Stati coinvolti e le organizzazioni internazionali “dovrebbero – si legge nel documento di Roma, Parigi e Berlino – definire le conseguenze previste in caso di impegno o di mancato impegno nel piano di pace”. 

Un avvertimento a Netanyahu, che diventa ancora più esplicito nelle parole pronunciate da Josep Borrell. “La situazione umanitaria a Gaza non potrebbe essere peggiore, non c’è cibo, medicine e le persone sono sotto le bombe. Alcuni ministri accettano che ci siano troppe vittime civili, ma quando troppo è troppo? Oggi parleremo anche di questo. Non è il modo di condurre un’operazione militare, e lo dico nel rispetto delle vittime del 7 ottobre”, ha detto l’alto rappresentante Ue arrivando al Consiglio Affari esteri. 

“D’ora in poi – ha continuato – si deve parlare di soluzione a due Stati e non di processo di pace, le parole sono importanti…So che Israele non è d’accordo ma è inaccettabile, come ha detto il segretario generale dell’Onu. Quindi dobbiamo discutere. Qual è la loro soluzione? Cacciare la gente da Gaza? Ucciderli tutti? Israele sta suscitando odio per generazioni”, ha precisato. “Hamas è uno degli ostacoli alla soluzione a due Stati, ma non il solo. Dobbiamo lavorare con il mondo arabo e discutere fra noi gli approcci per ottenere passi avanti”.

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