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Mar Rosso: il rebus della “difesa attiva” per la missione di sicurezza navale Ue Aspides

FIRSTonline

Se tutto filerà liscio a Bruxelles (cosa da non dare mai per scontata) il 19 febbraio i 27 daranno ufficialmente il via alla nuova missione europea di sicurezza navale Aspides per proteggere le navi mercantili nel Mar Rosso fino allo Stretto di Hormuz dagli attacchi delle milizie filoiraniane Houthi dello Yemen.

I paesi che parteciperanno

La missione, fortemente voluta da Italia, Francia e Germania che ne hanno discusso lunedi 22 gennaio al Consiglio Esteri, necessita ancora di aggiustamenti tecnici attualmente all’esame del Political military Group della Ue. Sicuramente parteciperanno con uomini e mezzi anche Portogallo, Danimarca, Grecia, Olanda e Belgio. Spagna e Irlanda non invieranno invece uomini o navi. Ma, ha spiegato l’Alto rappresentante della Politica estera europea, Josep Borrell “non partecipare è una questione, opporsi è un’altra”. C’e’ poi la questione relativa alla generazione delle forze: Italia e Francia sollecitano la presenza di almeno cinque navi con una copertura aerea di un caccia mentre c’e’ finora accordo solo su tre unita’ a rotazione.

Tajani: “non sarà una missione di guerra”, ma “difesa attiva”

Il capo della diplomazia italiana Antonio Tajani (che da oggi mercoledi sarà in missione in Libano e in Israele) ha chiarito che non sarà una missione di guerra e non riguarderà obiettivi del territorio yemenita. Anche la premier Meloni ha insistito sul fatto che per una missione difensiva di questa natura non occorrerà il passaggio parlamentare. Ma Tajani ha anche parlato di “difesa attiva” ossia le nostre navi con regole di ingaggio di cui saranno dotate potranno non solo difendersi da attacchi diretti ma intercettare anche droni o missili (non quelli balistici) che possano causare danni al traffico dei mercantili. Di qui la richiesta delle opposizioni di passare da un voto del Parlamento, richiesta alla quale il Governo ritiene di non dare seguito essendo la missione Ue diversa per la sua natura da quella Usa e Uk che ha caratteristiche strettamente “combat”.

Chi comanderà la missione Aspides?

Tra le decisioni che dovranno essere prese da qui al 19 febbraio anche quella che riguarda il comando della missione Aspides. La Spagna guida attualmente la missione antipirateria Atlanta mentre i francesi guidano la la missione Emasoh Agenor che controlla lo stretto di Hormuz.

“Dobbiamo avere il diritto e il dovere di difendere il nostro traffico mercantile” ha spiegato Tajani perchè “l’Italia vive da un punto di vista economico anche grazie all’export da cui deriva il 40% del Pil e che transita in gran parte attraverso il Mar Rosso”. Esiste già una missione Ue in Mar Rosso dove ci sono due fregate italiane ma quella missone ha spazio di azione limitato.”

Sulla crisi nel Mar Rosso interviene anche il neo presidente di Confitarma Mario Zanetti che presentando ieri la sua squadra e le priorità degli armatori ha chiarito che la sicurezza è “fondamentale per la competitività dell’industria dei trasporti marittimi e del Paese”. C’e’ un ringraziamento al Governo e alla Marina Militare che “hanno saputo reagire prontamente” alla nuova minaccia nel Mar Rosso. Guardiamo con attenzione all’evoluzione della situazione – ha spiegato Zanetti- consapevoli che per tutti noi il bene primario è la salvaguardia dei nostri equipaggi che sono addestrati per lavorare non per fare la guerra”.

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