Addio agli studi di settore, taglio delle slot machines in due tappe e allargamento della rottamazione delle liti fiscali anche ai tributi locali. Sono queste le tre principali novità emerse fin qui dal testo della “manovrina”, il decreto legge da 3,4 miliardi varato dal Governo su richiesta di Bruxelles per correggere i conti pubblici di quest’anno. Il provvedimento è in discussione alla commissione bilancio della Camera.
STUDI DI SETTORE
Gli studi di settore saranno sostituiti dagli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa). Viene perciò assorbito nella manovrina il disegno di legge presentato nelle scorse settimane da Ap che prevede, a partire dal 2018, la creazione di nuovi indicatori “tesi a verificare la normalità e la coerenza della gestione aziendale o professionale – si legge nell’emendamento – anche con riferimento a diverse basi imponibili, ed esprimono su una scala da 1 a 10 il grado di affidabilità fiscale riconosciuto a ciascun contribuente”.
In altri termini, alla valutazione da 1 a 10 assegnato alle partite Iva corrisponderà un certo livello di affidabilità fiscale in termini di normalità e coerenza della gestione aziendale e professionale, che permetterà l’accesso ad un regime di premialità crescente basato su minori adempimenti e accertamenti meno stringenti.
SLOT MACHINES
Un altro emendamento del governo prevede di anticipare la riduzione del numero delle slot machine. Entro il 2019 sarà operato un taglio del 34% in due tappe: -15% entro il 2017, a non più di 345 mila, e ulteriore riduzione a 265 mila entro aprile 2018. Le modalità saranno decise entro luglio dal Mef.
“Si trattava di dare un segnale di coerenza rispetto all’impostazione generale condivisa da Comuni e Regioni – ha spiegato il sottosegretario Pier Paolo Baretta – avviando un percorso di ristrutturazione di riduzione dell’offerta in materia di giochi”.
ROTTAMAZIONE LITI FISCALI
Le novità sulle liti fiscali vengono affidate invece a tre differenti emendamenti, che estendono la possibilità della rottamazione anche alle controversie che coinvolgono Comuni, Province e Regioni. Entro il 31 agosto gli enti locali dovranno stabilire se applicare o meno la misura.
Inoltre, una proposta di modifica presentata da M5S e accolta dalla commissione ammette alla rottamazione le liti attivate entro la data di entrata in vigore del decreto legge (23 aprile scorso) e non entro la fine dello scorso anno, come scritto invece nell’articolato.
Non sono passate invece le proposte tese a riaprire i termini per la rottamazione delle cartelle esattoriali. “La proposta ha un fondamento – ha detto il viceministro dell’Economia, Enrico Morando – ma ora rischierebbe solo di portare al collasso gli uffici alle prese con l’enorme richiesta già arrivata”.