“Il governo italiano ha fatto molta strada. La soluzione trovata per il 2019 non è l’ideale, ma ci permette di evitare la procedura d’infrazione, a condizione che le misure concordate vengano attuate. Una novità importante è che il nuovo piano italiano si basa su previsioni economiche plausibili”, che vedono il Pil dell’anno prossimo in crescita dell’1% anziché dell’1,5%. Così il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha commentato l’accordo raggiunto con l’Italia sulla legge di Bilancio del 2019.
“MANOVRA CORRETTA PER 10,25 MILIARDI: IL DEFICIT STRUTTURALE NON PEGGIORA”
Il governo italiano ha apportato una correzione ai conti del 2019 pari a 10,25 miliardi di euro, che saliranno a 12,242 miliardi nel 2020 e a 15,997 miliardi nel 2021: “Nel nuovo scenario economico il deficit-Pil dell’anno prossimo sarà al 2,04% – ha continuato Dombrovskis – e il deterioramento del deficit strutturale è stato ridotto dallo 0,8% del progetto iniziale a zero”.
“PREOCCUPAZIONE SUL 2020-2021: PER NON AUMENTARE L’IVA BISOGNERÀ TROVARE INGENTI RISORSE ALTROVE”
D’altra parte, secondo il vicepresidente della Commissione, “la composizione delle misure annunciate continua a destare preoccupazione”, perché “quando reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni entreranno in vigore a pieno daranno luogo a costi maggiori negli anni successivi”. Per compensarli, l’Italia “si è impegnata ad attivare la clausola di salvaguardia sull’iva, ma sappiamo che in passato Roma non ha mai attivato questa clausola, per cui se non vorrà farlo nemmeno in futuro dovrà trovare ingenti risorse altrove”.
MOSCOVICI: “ABBIAMO DIMOSTRATO CHE NON SIAMO NEMICI”
Il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha sottolineato che “sul piano politico la Commissione ha preferito il dialogo allo scontro, che pure alcuni avevano auspicato”. Questo accordo, secondo il francese, “dimostra che la Commissione non è nemica del popolo italiano, come qualcuno voleva dipingerla. Non siamo una macchina di burocrati insensibili che cala dall’alto l’austerità e nega la democrazia: le nostre regole sono compatibili con le scelte democratiche e con i cambiamenti politici, che rispettiamo e su cui non prendiamo posizione. L’Italia sta a cuore all’area euro e l’area euro esce rafforzata da questa intesa”.
CONTE: “REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100 NON CAMBIANO”
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha assicurato nel corso di un’informativa al Senato che “reddito di cittadinanza e quota 100 partiranno nei tempi previsti e che il loro impatto concreto non cambia. Abbiamo salvaguardato l’impostazione della manovra – ha aggiunto – e non abbiamo ceduto sui contenuti, certi degli effetti virtuosi che nel medio periodo una manovra espansiva potrà determinare sul tessuto economico e sociale. E comunque rimaniamo fermi nelle determinazioni assunte con il contratto di governo. Intendiamo cioè rispondere all’esigenza fortemente avvertita di invertire le politiche di rigore che negli ultimi anni hanno determinato una compressione dei redditi, un calo dei consumi e un generale impoverimento della popolazione”.
Palazzo Chigi ha fatto sapere che le due misure bandiera, reddito di cittadinanza e quota 100, partiranno entrambe a fine marzo.
“Allo scopo di assicurare il conseguimento degli obiettivi programmatici di bilancio – ha detto ancora Conte – il governo ha previsto una norma per l’accantonamento temporaneo di una parte di alcuni specifici stanziamenti per l’importo complessivo di due miliardi. Le somme accantonate saranno rese disponibili nel caso in cui” il monitoraggio sui conti certificherà gli obiettivi di bilancio.