L’Italia sa “di aver scelto un’impostazione non in linea con le nome del Patto di stabilità e di crescita”. Tuttavia, ritiene che si tratti di una decisione “difficile ma necessaria”, perché la crescita del Paese stenta a recuperare e le fasce più svantaggiate della società vivono in “condizioni drammatiche”. È quanto si legge nella lettera che il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, ha inviato oggi alla Commissione europea. Il testo è la risposta del governo all’Esecutivo comunitario, che il 18 ottobre, sempre via lettera, aveva criticato i conti pubblici previsti dalla nuova legge di bilancio italiana, chiedendo spiegazioni a Roma.
Tria di fatto rispedisce al mittente i rilievi arrivati dall’Europa, chiarendo che l’Italia non ha alcuna intenzione di modificare la manovra per renderla coerente con gli impegni assunti dal nostro Paese sul risanamento dei conti pubblici. La legge di bilancio “non espone a rischio la stabilità finanziaria dell’Italia né degli altri paesi dell’Unione europea – si legge nel documento – Riteniamo infatti che il rafforzamento dell’economia italiana sia anche nell’interesse dell’intera economia europea”.
Tuttavia, il numero uno del Tesoro scrive anche che il governo “non vuole espandere ulteriormente il deficit strutturale nel biennio successivo e si impegna a ricondurre il saldo verso l’obiettivo di medio termine a partire dal 2022”. Inoltre, “qualora il Pil dovesse tornare al livello precrisi prima del previsto, il governo intende anticipare il percorso di rientro”.
Quanto al mancato rispetto della regola europea sulla riduzione del debito-Pil, Tria sottolinea che l’Italia intende puntare sull’aumento del denominatore, cioè su una “accelerazione della crescita”, perché ritiene “le condizioni macroeconomici e sociali attuali particolarmente insoddisfacenti”.
Il debito-Pil dovrebbe calare grazie al “rilancio degli investimenti pubblici, che godrà non solo di maggiori risorse ma di semplificazioni normative e di nuovi strumenti di capacity bulding”.
Sul versante delle previsioni economiche, Tria sostiene che quelle contenute nella manovra si fondano su un moltiplicatore “del tutto in linea con le stime usuali dei moltiplicatori di Bilancio”: a fronte di una legge di bilancio che “fa aumentare il deficit di 1,2 punti”, l’impatto sulla crescita è stimato in 0,6 punti aggiuntivi.
“Il governo – conclude Tria – è dunque fiducioso di poter far ripartire gli investimenti e la crescita del Pil e che il recente rialzo dei rendimenti sui titoli pubblici verrà riassorbito quando gli investitori conosceranno tutti i dettagli delle misure previste”.
In conferenza stampa, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha commentato: “Non siamo una banda di scalmanati e indisciplinati. Abbiamo lavorato a lungo, abbiamo rivisto i trend e i fondamentali dell’economia italiana, e dopo aver tanto studiato siamo arrivati alla consapevolezza che se avessimo continuato sulla stessa strada, l’Italia sarebbe entrata in recessione e avremmo peggiorato i conti pubblici”.
E ancora: “Se un commissario Ue prima di leggera la manovra e prima che arrivi la lettera dell’Ue mi dice che questa manovra verrà rigettata, io dico che che è un pregiduizio e che è inaccettabile che provenga da chi rappresenta un’istituzione” come l’Ue, ha continuato Conte facendo probabile riferimento alle parole dei giorni scorsi del commissario al Bilancio Oettinger. Chi dalla commissione Ue “ha anticipato il giudizio” sulla manovra dell’Italia “ha precisato essere la sua un’opinione personale, ma quando si rappresenta una istituzione le opinioni personali non devono essere espresse”.
Cosa succederà a questo punto? Sulla base della risposta, la Commissione deciderà entro il 31 ottobre se considerare il progetto di bilancio italiano in regola con il patto di stabilità e con gli impegni già assunti dall’Italia oppure se chiedere delle modifiche. È praticamente certo che sceglierà la seconda opzione. Finora, nella storia dell’Eurozona, non è mai accaduto che Bruxelles bocciasse una legge di Bilancio prima ancora che il testo approdasse in Parlamento.