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Manovra, toto emendamento: dall’evasione al condono, dall’accordo con la Svizzera all’Iva

Oggi alle 15 il Governo dovrà presentare i suoi emendamenti alla manovra bis di Ferragosto – Dopo la marcia indietro di ieri sulle pensioni, mancano all’appello oltre sette miliardi – Quasi tutte le ipotesi in circolazione puntano al recupero di fondi dall’evasione – L’imposta sul valore aggiunto potrebbe aumentare dell’1,5%.

Manovra, toto emendamento: dall’evasione al condono, dall’accordo con la Svizzera all’Iva

Il tempo stringe e il buco si allarga. Ma il tormentone estivo è sempre lo stesso: un ritornello fatto di lotta all’evasione, addizionale Iva, condono fiscale. Come accade ormai da settimane, continuano a rincorrersi voci non confermate sulle possibili mosse della maggioranza per far quadrare i conti della manovra bis. Ipotesi su cui sta lavorando Giulio Tremonti, che stamattina è rimasto barricato a via XX Settembre senza prender parte all’ultimo Consiglio dei Ministri. Le lancette corrono: alle 15 il Governo dovrà presentare i suoi emendamenti di fronte alla commissione Bilancio del Senato.

Dopo la marcia indietro di ieri sulle pensioni, a tener banco è sempre la questione dei saldi. Il provvedimento che avrebbe dovuto escludere dal conteggio per le pensioni di anzianità gli anni della laurea e del servizio militare valeva 1,5 miliardi di euro. Considerando che dopo il vertice di Arcore ne mancavano all’appello fra i 5 e i 6 (dovuti alla soppressione del contributo di solidarietà e alla riduzione dei tagli agli enti locali), a questo punto la voragine nella manovra potrebbe superare i 7 miliardi. Servirà un vero colpo di mano per arrivare alla famigerata quota 45, la sola che ci consenta di anticipare il pareggio di bilancio al 2013 e rispettare così il diktat della Bce.

Il tutto sotto lo sguardo inquisitore di Bruxelles, che ci ricorda minaccioso la necessità di varare anche misure strutturali in favore della crescita e dell’occupazione. Non solo tagli e tasse. Per capirci qualcosa e far sentire il fiato sul collo agli italiani, stamane l’incontro informale tra il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, e i vertici del gruppo Pdl all’Europarlamento. Vediamo ora quali sono le ipotesi allo studio del Governo. Dopo le recenti e drammatiche esperienze, l’Esecutivo sembra voler puntare (quasi) tutto sugli evasori. Almeno loro sono indifendibili.

EVASIONE: INASPRIMENTO DELLE PENE E RECUPERO DELLA SECONDA TRANCHE DEL CONDONO 2003

Ancora una volta la paternità dell’intervento fiscale è del ministro leghista Roberto Calderoli, che ha lavorato su questa idea in tutta fretta nelle ultime 36 ore. Si tratterebbe di inasprire le pene per gli evasori gravi, che rischierebbero addirittura il carcere. Una misura che dovrebbe viaggiare parallela al recupero dei soldi non pagati dai contribuenti in occasione dell’ultimo condono fiscale tremontiano.

Nel lontano 2003 migliaia di contribuenti sborsarono soltanto la prima rata per non subire un procedimento penale, salvo poi darsi alla macchia e sfuggire alle successive tranche. A riprenderli per le orecchie, secondo le prime stime, si potrebbero recuperare circa quattro miliardi. Certo, a questo punto bisognerebbe anche far pagare gli interessi e vietare ai furbetti di aderire a futuri (eventuali) condoni.

Rimangono in piedi anche ipotesi più antiche: interventi contro le società fittizie a cui sono intestati beni di lusso, maggiori poteri ai Comuni per stanare gli evasori, controlli incrociati fra redditi dichiarati e beni posseduti.

UN NUOVO CONDONO

Le due parole più odiate tornano sulla bocca di tutti: condono tombale. Oppure, cambiando attributo ma non risultato, condono edilizio. I ministri interessati si affrettano a smentire, ma è indubbio che questa strada sarebbe la più rapida e tecnicamente indolore (questioni etiche a parte) per riassestare i conti. Sarebbe comunque un’iniezione isolata che darebbe per giunta un ulteriore colpo all’immagine del Governo.

ACCORDO CON LA SVIZZERA STILE GERMANIA E GRAN BRETAGNA

L’italia potrebbe trovare un’intesa con il Governo svizzero. Si punterebbe a migliorare la tassazione sui capitali appartenenti a facoltosi contribuenti del nostro Paese ma detenuti in sicurissimi conti correnti cifrati elvetici. Un accordo del genere con Zurigo è già stato concluso da Germania e Gran Bretagna. La Francia invece ha rifiutato. Il Tesoro in ogni caso ritiene che un patto simile dovrebbe essere siglato a livello comunitario.

AUMENTO DELL’IVA, FORSE DELL’1,5%

Ritorna d’attualità l’aumento dell’Iva. Tremonti continua a non voler prendere in considerazione la misura, che vorrebbe conservare come asso nella manica per la delega fiscale. Ma il pressing di Berlusconi alla fine potrebbe avere la meglio: i soldi da trovare sono troppi. Da settimane il Cavaliere preme per un intervento sull’imposta sul valore aggiunto che innalzerebbe l’aliquota ordinaria dal 20 al 21%. La novità delle ultime ore è che il rincaro potrebbe arrivare all’1,5%.

TAGLI AI MINISTERI

Per battere cassa senza suscitare le ire di sindacati e categorie potrebbe essere indispensabile un nuovo taglio ai fondi per i ministeri, già sforbicciati per 6 miliardi nella prima manovra di luglio.

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