La legge di Bilancio 2020 varrà circa 29 miliardi. Di questi, 23,1 serviranno a evitare gli aumenti Iva, 2,7 saranno impiegati per ridurre il cuneo fiscale e il resto andrà per le spese indifferibili (come le missioni all’estero). È quanto emerge dalla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza approvata lunedì sera dal Consiglio dei ministri. La nuova versione del Def passa ora al vaglio della Commissione europea.
DEFICIT E DEBITO
Superiore al previsto (14,4 miliardi, pari allo 0,8% del Pil) la cifra che l’Italia chiederà a Bruxelles di stanziare come ulteriore flessibilità sui conti: il rapporto deficit-Pil dell’anno prossimo viene infatti innalzato dall’1,4 al 2,2% programmatico. Il debito invece scenderà dal 135,7 al 135,2% del Pil, circa 4 punti in più rispetto all’obiettivo fissato dal Def dello scorso aprile (a causa della riclassificazione fatta da Eurostat). Resta comunque confermato il percorso di rientro che porterà il debito al 130,4 del Pil nel 2022.
IVA: NESSUN AUMENTO, TAGLI ALLO STUDIO
Il capitolo che ha tenuto maggiormente in fibrillazione la maggioranza è stato senz’altro quello dell’Iva. Per trovare le risorse necessarie alla manovra, negli ultimi giorni si era fatta strada l’ipotesi di consentire alcuni aumenti selettivi e di riorganizzare le due aliquote più basse. Una strada che però è stata sbarrata dai no di Luigi Di Maio e Matteo Renzi, che hanno preteso il rispetto integrale dell’obiettivo principale di politica economica annunciato alla nascita del nuovo Governo. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha abbassato la tensione facendo sapere che “i 23 miliardi per sterilizzare l’aumento dell’Iva ci sono: li abbiamo trovati”. Non solo: “Stiamo lavorando per portare l’Iva sulle bollette dal 10% al 5%, e su latte, pasta pane dal 4% all’1% – ha aggiunto il Premier – L’obiettivo è pagare tutti i pagare meno”.
CUNEO FISCALE: TAGLIO INFERIORE ALLE ATTESE
Sul fronte del lavoro, a causa del mancato gettito aggiuntivo in arrivo dall’Iva, i fondi destinati al taglio del cuneo fiscale voluto dal Pd saranno inferiori alle attese: non cinque miliardi come si era detto, ma 2,7. L’obiettivo tuttavia è quello di aumentare gli stanziamenti nei prossimi tre anni: già nel 2021 ci saranno 5,4 miliardi.
IL SUPERBONUS DELLA BEFANA
La novità di giornata è il “superbonus della Befana” – la definizione è sempre di Conte – che rimetterà nelle tasche dei contribuenti una piccola parte delle spese effettuate con la carta di credito. Dovrebbe essere un bonus del 10%, con un tetto di 475 euro, riservato a chi spende almeno 2.500 euro l’anno con carte e bancomat per beni o servizi a rischio evasione. Arriverà all’inizio dell’anno: ecco perché “della Befana”.
IL PROBLEMA DELLE COPERTURE
Sul versante delle coperture, oltre al deficit aggiuntivo, il documento cita anche 1,7-1,8 miliardi in arrivo dalla riduzione “delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente” e da “nuove imposte ambientali”.
Inoltre, “0,1 punti di Pil”, circa 1,8 miliardi, arriveranno da “altre misure fiscali, fra cui la proroga dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di terreni e partecipazioni”.
Dalla spending review arriveranno 1,8 miliardi.
Nel complesso, le riduzioni di spesa per l’anno prossimo valgono 12,6 miliardi.
Infine, ben 7,2 miliardi sono attesi dalla lotta all’evasione, anche se il nuovo schema di misure in questo campo non è ancora definito.
Visti i mancati aumenti dell’Iva, tuttavia, il problema delle coperture rimane parzialmente irrisolto. Il negoziato nel Governo proseguirà verosimilmente fino al 20 ottobre, ultimo giorno utile per approvare la manovra in Consiglio dei ministri.
PIL 2019 E 2020 INFERIORI ALLE ATTESE
La Nadef riduce dallo 0,2 allo 0,1% la crescita attesa per il Pil di quest’anno, mentre per il prossimo punta allo 0,6%, riducendo dello 0,2% le stime precedenti.
Bonus Befana previsto per inizio anno ma del 2021