Stessa storia, stessa Manovra: nessuna novità all’orizzonte per la prossima legge di Bilancio, che si prepara a replicare le stesse misure di quest’anno, dal taglio del cuneo fiscale alla riduzione delle aliquote Irpef a tre. Insomma, il copione resta invariato. A confermare queste ipotesi è stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante l’incontro a Palazzo Chigi tra Governo e sindacati, dove si sta discutendo del Piano Strutturale di Bilancio (Psb). Fonti presenti al tavolo hanno fatto sapere che non ci sarebbero novità sul fronte delle pensioni, in particolare riguardo alle uscite e alla perequazione. Tuttavia, si sta lavorando per garantire una piena rivalutazione all’inflazione, una misura che si estenderà anche ai contratti pubblici, mentre il tema delle pensioni minime rimane in standby.
Questa situazione non sorprende, considerando che i nodi da sciogliere sono tanti e le disponibilità finanziarie continuano a essere insufficienti. Secondo quanto trapelato, le risorse per la prossima manovra arriveranno in parte dalle maggiori “entrate fiscali” e da “tagli alla spesa pubblica”. Giorgetti ha anche accennato a “un contributo da parte di chi ha beneficiato di condizioni particolarmente favorevoli”, ma ha escluso le controverse tasse sugli extraprofitti. In sostanza, si spera che anche le banche diano una mano, contribuendo a un processo di redistribuzione delle risorse.
Incontro Governo e sindacati
Durante l’incontro a Palazzo Chigi, uno dei punti centrali discussi è stato il desiderio di “rendere strutturali in maniera sostenibile alcune misure”, in linea con quanto già annunciato, come la diminuzione del cuneo fiscale per lavoratori a basso e medio reddito e la riforma delle aliquote Irpef. Inoltre, il Governo ha sottolineato l’obiettivo di recuperare i valori dell’inflazione, stimati attorno al 2% annuo, per i contratti di lavoro pubblico.
L’esecutivo ha anche ribadito l’impegno a mantenere la spesa sanitaria sopra l’1,5% del Pil previsto in media per i prossimi sette anni, mentre si mira a portare il rapporto deficit/Pil sotto il 3% già dal 2026, avviando così l’uscita dalla procedura di infrazione.
Per quanto concerne le riforme, l’esecutivo si concentrerà su quattro aree principali: giustizia, con un occhio all’efficientamento e alla digitalizzazione, oltre a un accorciamento dei tempi del processo civile; Pubblica Amministrazione, focalizzata sull’efficientamento della spesa; ambiente imprenditoriale, per aumentare la concorrenza e promuovere la transizione ecologica; e, naturalmente, il Fisco, con un focus su compliance e recupero della base imponibile.
Divergenze tra le parti sociali
Le parti sociali hanno espresso posizioni divergenti in merito alla prossima manovra di bilancio, evidenziando preoccupazioni e aspettative diverse. Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil, ha etichettato l’idea di un contributo delle imprese come una forma di “carità” da restituire, sottolineando che chi ha realizzato profitti dovrebbe contribuire a redistribuire risorse a chi soffre. Dalla parte opposta, Maurizio Landini della Cgil ha lanciato un’allerta, avvertendo del rischio di sette anni di austerità e sacrifici, continuando a tassare solo lavoratori e pensionati. Invece, Luigi Sbarra della Cisl ha accolto con favore il dialogo con il governo, lodando la volontà di rendere strutturali il taglio del cuneo contributivo e la riforma delle aliquote Irpef, e mostrando ottimismo sulla piena indicizzazione delle pensioni e sul rafforzamento delle risorse per la sanità.
Traiettoria a 7 anni per rendere Psb sostenibile
Il Piano Strutturale di Bilancio (Psb) approderà nel prossimo Consiglio dei ministri, previsto per venerdì 27 settembre, e sarà poi presentato alle Camere per avere il tempo di digerirlo. Durante il tavolo, l’esecutivo ha sottolineato che la linea continuerà a essere “prudente e responsabile”, in vista delle criticità che caratterizzano questa fase di transizione, dove l’interlocuzione con la Commissione europea è ancora in corso. “Il Psb è uno strumento nuovo, con un braccio preventivo e una traiettoria di 7 anni per garantirne la sostenibilità”, ha dichiarato il Governo.