Piazza Affari continua a essere sotto osservazione. Nella serata di ieri dopo lo sfondamento della soglia dei 300 punti dello spread e la borsa in calo al -0,2%, il vertice tra il premier Conte, i vicepremier Di Maio e Salvini, i ministri Tria e Moavero Milanesi, i sottosegretari Giorgetti, Castelli e Garavaglia ha riportato cautela sui mercati. L’apertura alle richieste di Bruxelles con il livello del deficit confermato al 2,4% ma solo per il 2019 e in calo al 2,2% nel 2020 fino ad arrivare alla soglia del 2% alla fine del triennio, ha spinto lo spread in ribasso sotto quota 290 a metà mattina ma è durato poco. L’Italia rimane un osservato speciale non solo dalla Ue ma soprattutto dai mercati, estremamente volatili. E lo spread è risalito in area vicina ai 300 punti dopo le dichiarazioni del ministro Luigi di Maio: “La cifra del 2,4% è confermata nel 2019 – spiega il vicepremier parlando con i cronisti alla Camera – per quanto riguarda il 2020 e il 2021 stiamo pensando all’abbassamento del debito e la crescita del Pil con tagli massicci a sprechi”.E rivolto al pesante giudizio di Confindustria aggiunge: “Non torniamo indietro”. Nemmeno il ministro Giovanni Tria è riuscito a rassicurare gli investitori nonostante le dichiarazioni rassicuranti sull’intenzione del governo di ridurre il debito e puntare sugli investimenti.
Un nuovo vertice sulla manovra è previsto per la mattinata oggi all’ora di pranzo. Anche l’apertura di Piazza Affari è stata positiva al +1,4% ma ha poi ritracciato.
“Abbiamo sempre detto che quest’anno avremmo fatto una manovra coraggiosa anche se in Europa ci avrebbero bacchettato” ma “è chiaro che noi puntiamo che negli anni futuri il debito e il deficit scenderanno”, ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, rispondendo a Mattino cinque su una ‘retromarcia’ del Governo sui dati della Nota di aggiornamento al Def.
L’euro è in leggero recupero sul dollaro a 1,16 in apertura, ora scambiato a 1.15 in positivo rispetto a ieri, quando le dichiarazioni del leghista Claudio Borghi avevano provocato una svalutazione di mezzo punto della moneta europea.
Migliorano ma riducono il vantaggio anche le banche, fortemente colpite martedì dalle vendite, a partire dal Banco Bpm che sale del 3%, Intesa Sanpaolo del 1,28%, Banca Generali del 2,87%, Bper Banca del 2,28%, Mediobanca dell’1,8% come Ubi Banca, Unicredit dello 0,7%. Bene anche Mps (+1,3%).
Aggiornato alle 12:47