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Manovra, rapporto Prometeia: l’Italia rallenta più degli altri

Il nuovo Rapporto di Previsione di Prometeia abbassa le stime per l’economia italiana e segnala che la manovra del Governo rischia di avere effetti nulli sulla crescita mentre la riduzione delle tasse per una parte delle partite Iva peserà sul gettito e l’export delude

Manovra, rapporto Prometeia: l’Italia rallenta più degli altri

“Portare il disavanzo al 2,4% del Pil per i prossimi tre anni rischia di avere effetto nullo sulla dinamica della crescita.” Questo il giudizio di Prometeia sulla decisione annunciata nella notte del 28 settembre dal Governo Lega-Movimento 5 Stelle contenuto nel rapporto di Previsione di settembre.

MANOVRA: GLI EFFETTI DELL’AUMENTO DEL DEF

“Dalle (poche) informazioni al momento disponibili, l’impianto della manovra sembra improntato verso misure di trasferimento e non verso misure che possano sostenere la crescita potenziale – continua la società di consulenza – il maggior impatto espansivo delle misure fiscali potrebbe essere compensato da maggior incertezza e spread più elevati, in un contesto in cui il debito/Pil non diminuisce”.

Paradossalmente dunque, la manovra ultra espansiva, finanziata in deficit, promessa dal Governo, potrebbe avere un effetto contrario rispetto a quello auspicato dal Governo, contraendo e non spingendo la crescita dell’Economia italiana.

MANOVRA: LE PARTITE IVA

Prometeia si concentra poi sulla flat tax per le partite Iva che potrebbe trovare in spazio in Manovra sulla spinta delle promesse politiche della Lega. “Il progetto di riforma intende unificare le aliquote, innalzare la soglia di accesso aumentando anche quelle in termini di spese per dipendenti e costi per i beni strumentali, includendo oltre alle persone fisiche anche le società di persone e di capitali”. “L’estensione del regime forfettario – spiega la società presieduta da Angelo Tantazzi – avrà naturalmente un costo per lo Stato”.

Quanto? Nel caso in cui il Governo optasse per le 2 due aliquote del 15 e 20% rispettivamente fino a 65mila e 100mila euro, le simulazioni di Prometeia – che tengono in considerazione l’applicazione alle sole persone fisiche – indicavano una riduzione del gettito fiscale di circa due miliardi di euro, con il coinvolgimento di 600mila titolari di partita Iva. “La distribuzione dei nuovi beneficiari non sarebbe uniforme sul territorio – si legge nel rapporto – con una netta prevalenza del Nord (56,3%), mentre la distribuzione per età indica gli over-40 come i maggiori destinatari della misura (70,1%).”

ITALIA: LA CRESCITA RALLENTA E L’EXPORT DELUDE

I dati sul secondo semestre e sui mesi estivi, indicano, secondo Prometeia, un “netto rallentamento” dell’economia italiana. “Rispetto al +1,6% di fine 2017 – spiega la società di consulenza-, tutti gli indicatori congiunturali disponibili, dalla produzione industriale caduta in luglio (-1,8% su giugno) ai climi di fiducia di agosto, prefigurano adesso per il terzo trimestre al più una stabilità del Pil rispetto al secondo, il che implicherebbe un ulteriore rallentamento (+0,8%) in termini annui. Nel volgere di nove mesi il ritmo di crescita si sarebbe quindi dimezzato”.

Prometeia però registra anche un “cambiamento” incoraggiante: a guidare la crescita sarebbe ora gli investimenti che “stanno accelerando e il ritmo di crescita ha raggiunto nel Q2 2018 il 9% per i macchinari, impianti, mezzi di trasporto e altro, ha superato il 2% per le costruzioni”

Male invece l’export che, dopo la contrazione registrata all’inizio del 2018, nel secondo trimestre si è ridotto dello 0,2% a fronte del recupero riscontrato negli altri grandi paesi europei.” A contrarsi sono state principalmente le esportazioni dirette verso le aree extra-Ue”, si legge nel rapporto.

Per quanto riguarda il futuro, Prometeia prevede per il quarto trimestre del 2018 “il ritorno alla crescita, così che il 2018 si chiuderebbe con un incremento medio del Pil all’1%, comunque in ribasso rispetto alla stima fatta tre mesi fa (+1,2%). Una limatura che certifica ulteriormente che il ciclo ha raggiunto il suo picco nel 2017 ed è in una fase di assestamento su ritmi più vicini a quelli del potenziale, per la nostra economia stimato tra lo 0.5% e l’1%”. Il tutto però, si sottolinea nel rapporto di previsione “In assenza di eventi traumatici che facciano deragliare la crescita”. Se così, l’economia italiana “potrà continuare a espandersi a tassi di poco inferiori all’1% anche nel prossimo triennio,permettendo la creazione di oltre 500mila posti di lavoro”.

 

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