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Manovra, pensioni: medici sul piede di guerra per lo stop al riscatto della laurea

IL VIDEO DI MARCO LIERA SUI TAGLI ALLE PENSIONI – I camici bianchi sono i più colpiti dall’ultima norma in tema previdenziale, che esclude il riscatto della laurea dal calcolo per stabilire l’età del pensionamento – Chi ha studiato medicina si vede tagliare, secondo alcuni, fino a 11 anni – “Politica schizofrenica”, dice un cardiochirurgo del Gemelli.

Manovra, pensioni: medici sul piede di guerra per lo stop al riscatto della laurea

Tutti in pensione. Anzi, no. Si lavora fino a 70 anni. Per i medici italiani quello della previdenza è un vero rompicapo, tartassati come sono da interventi sempre diversi. L’ultimo della lista è quello stabilito ieri dal Governo nella villa di Arcore. Secondo un emendamento dell’ultim’ora alla manovra bis di Ferragosto, riscattare gli anni passati all’università non servirà più ad anticipare l’età del pensionamento. E’ vero, continuerà ad incidere sul peso specifico degli assegni, ma questa è una magra consolazione per chi contava di ritirarsi a breve. E ovviamente la stangata più pesante si abbatte sui professionisti che agli studi universitari hanno dedicato una vita. I camici bianchi, appunto. La categoria che dovrà “subire il taglio maggiore”, come ricorda il sindacato confederato alla Cgil.

“La cosa che più colpisce è la schizofrenia della politica – ha detto a FIRSTonline Gabriele Bombardieri, cardiochirurgo al policlinico Gemelli di Roma – All’inizio Brunetta voleva mandarci in pensione il prima possibile per smettere di pagarci lo stipendio e risanare così i conti delle Asl. Ora al Tesoro si sono accorti che per il bene delle casse pubbliche è meglio se ritardiamo la pensione ancora di qualche anno”.

Molti medici sono arrivati a riscattare fino a 11 anni spesi fra il corso e la specializzazione. Oggi hanno fra i 50 e i 60 e una delle loro aspirazioni più ricorrenti (baroni universitari a parte) è di potersi ritirare per dedicarsi esclusivamente alla professione privata. Un sogno destinato a rimanere nel cassetto a causa di Giulio Tremonti. E’ probabile che proprio da un’intuizione del superministro sia nata la nuova regola che sconvolge per l’ennesima volta le carte in tavola.

A queste oscillazioni continue della politica fa da contraltare una giungla di norme differenziate a seconda del ruolo ricoperto in ospedale. “I professori possono andare in pensione a 70 anni – spiega ancora Bombardieri – tranne nei casi previsti da una recente circolare del ministro Gelmini. Agli ospedalieri è concesso invece di ritirarsi 65enni, ma volendo possono rimanere fino ai 70. Quanto ai ricercatori, non hanno scelta. Una volta arrivati ai 65 il pensionamento è obbligatorio”.

Il video di Marco Liera, direttore di Youinvest

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