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Manovra oggi in Parlamento: “No emendamenti maggioranza”. Accordo sugli affitti brevi. Premierato venerdì in Cdm

Si sono tenute a Palazzo Chigi due riunioni di maggioranza che hanno trovato la quadra sulla Manovra, ma anche sulle riforme costituzionali – Governo: “Oggi il testo della Manovra sarà trasmesso al Parlamento”

Manovra oggi in Parlamento: “No emendamenti maggioranza”. Accordo sugli affitti brevi. Premierato venerdì in Cdm

Tutti d’accordo e tempi confermati. Il testo della Manovra 2024 arriverà in Parlamento nel pomeriggio – serata di oggi. Lo annuncia Palazzo Chigi dopo un vertice tra i leader di maggioranza presieduto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al quale hanno partecipato i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il viceministro Maurizio Leo, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, l’on. Lorenzo Cesa dell’Unione di Centro e l’on. Maurizio Lupi di Noi Moderati.

Come previsto, oggi il testo sarà trasmesso al Parlamento, dopo il necessario drafting e la firma di autorizzazione del Capo dello Stato”, fa sapere il Governo.

La maggioranza non presenterà emendamenti alla Manovra

“Le forze di maggioranza hanno confermato la volontà di procedere speditamente all’approvazione della Legge di Bilancio, senza pertanto presentare emendamenti. Il governo terrà conto con grande attenzione del dibattito parlamentare e delle considerazioni delle forze di maggioranza ed opposizione”, si legge nella nota di Palazzo Chigi.

“Dall’incontro – continua la nota – è emersa la grande compattezza e determinazione delle forze di maggioranza che ha consentito di varare una manovra finanziaria improntata alla serietà e alla solidità dei conti pubblici, che nonostante il contesto difficile riesce a ridurre la pressione fiscale sul ceto medio-basso, a sostenere le famiglie e i lavoratori”.

Trovato accordo su affitti brevi

Dopo la tensione del weekend, le forze di maggioranza hanno trovato un accordo sugli affitti brevi. La precedente versione della Manovra prevedeva infatti un aumento dell’aliquota della cedolare secca sulle locazioni brevi al 26% per tutti. L’intesa trovata nella riunione di oggi introduce, come richiesto da Forza Italia, un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi, già previsto dal decreto legge del ministero del Turismo (la legge attualmente in vigore prevede invece un codice identificativo regionale). Per quanto riguarda le imposte, l’aumento al 26% dell’aliquota scatterà dalla seconda alla quarta casa messa in affitto fino a 30 giorni, mentre per chi ne affitta solo una la cedolare secca rimarrà al 21%. Il gettito derivante dalla misura, pari secondo le prime stime a circa 1 miliardo di euro, sarà destinato alla riduzione delle tasse sulla casa.

Non sembrano invece esserci novità sulla proroga del Superbonus per i condomini e sull’incremento delle pensioni minime, entrambe chieste a gran voce da Forza italia. Per quanto riguarda il finanziamento della Rai, con il canone che scenderà da 90 a 70 euro nel 2024, “il governo si è fatto carico di analizzare il finanziamento della tv pubblica Rai, al fine di sostenere il piano industriale triennale di rilancio dell’azienda”.

Riforme: venerdì premierato in Cdm

Nel frattempo, nel corso della seconda riunione di maggioranza di oggi, stavolta sulle riforme, i partiti al Governo avrebbero trovato la quadra anche sul premierato e sulla norma anti-ribaltone. Il testo del disegno di legge costituzionale (denominato Ddl Casellati) potrebbe approderà in consiglio dei ministri venerdì 3 novembre. 

“Siamo d’accordo anche sul testo che verrà presentato al prossimo Consiglio dei ministri sulla riforma del premierato”, ha fatto sapere il vice premier Antonio Tajani al termine del vertice. “Abbiamo condiviso tutto il contenuto che ci è stato proposto, penso che il Consiglio dei ministri questa settimana approverà il disegno di legge e poi ci sarà il suo iter”, ha confermato il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi. 

Tra le novità previste c’è anche l’abolizione della figura di senatore a vita, titolo che dovrebbero conservare solo gli ex presidenti della Repubblica. Non dovrebbero invece essere toccati i poteri del Capo dello Stato

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