Ora è ufficiale: il nuovo pacchetto di misure anti-crisi sarà varato per decreto lunedì prossimo, 5 dicembre, dal Consiglio dei ministri. E al centro del piano non ci saranno solo misure per garantire la disciplina di bilancio, ma anche riforme strutturali per favorire la crescita. Lo ha confermato il premier Mario Monti nel corso della conferenza stampa al termine dell’Ecofin, a Bruxelles, cui ha partecipato in veste di ministro dell’Economia.
Il Professore ha quindi ribadito ai partner europei che l’Italia raggiungerà il pareggio di bilancio nel 2013. L’obiettivo del nuovo Esecutivo è “assicurarsi che le misure prese dal precedente Governo siano pienamente implementate e che le ulteriori riforme strutturali che intendiamo introdurre lunedì siano tali da avere effetti di riduzione del disavanzo già nel breve termine”. Per quanto riguarda gli interventi per la crescita, “agli italiani dirò sempre che ciò che facciamo lo facciamo per l’interesse nazionale per i giovani e per gli interessi di chi non è ancora nato”.
Sul rigore e la disciplina di bilancio, ha proseguito Monti, l’Esecutivo di Berlusconi “aveva fatto passi significativi e ci troviamo con un’eredità migliore su quel piano piuttosto che su quello della crescita e l’equità sociale”. In questa fase, è “importante stare accanto a Germania e Francia, essendo l’Italia la terza maggiore economia dell’area euro, sulle riflessioni che si fanno sulle soluzioni alla crisi della zona euro. Ma vogliamo farlo cercando di mantenere il collegamento con le istituzioni comunitarie”.
Il Professore ha detto anche di “apprezzare” la proposta della Commissione europea sul rafforzamento della governance comunitaria. Lo scopo è di realizzare nuovi regolamenti volti a rafforzare la vigilanza sugli stati membri. Un tema che andrà affrontato al prossimo vertice Ue: lo “snodo dell’8-9 dicembre sarà fondamentale – ha concluso Monti – Ciò che sarà deciso o non deciso avrà il verdetto dei mercati. Mercati che non ho mai demonizzato anche se non vanno presi come divinità. Rappresentano la percezione collettiva su quello che fanno i singoli Paesi”. Quanto alle sanzioni automatiche contro i Paesi che non rispettano i vincoli europei di bilancio, “l’automatismo può essere cieco per definizione ma a volte tende a essere più equo della discrezionalità”.