“Ci saranno nuovi provvedimenti per la crescita, il ministro Passera sta alacremente lavorando per provvedimenti in questa direzione”. Così parlò il presidente del Consiglio, Mario Monti, dopo il dibattito di questa mattina alla Camera sulla manovra. Il Governo ha posto la questione di fiducia sul decreto e domattina l’assemblea di Montecitorio sarà chiamata al voto.
Monti però ha voluto sottolineare che il nuovo pacchetto “contiene già una serie di misure per la crescita. Abbiamo cercato di colpire il meno possibile gli incentivi a produrre”. Senza questa manovra, “a nostro giudizio ci sarebbero state discontinuità nella capacità dello Stato a far fronte ai propri impegni, nella capacità del Paese al rispetto dei contratti e restare in un quadro di stabilità”.
Quanto alle singole misure, resta incandescente il fronte delle liberalizzazioni: “Le resistenze che si incontrano, e per me non sono una novità in Italia e in Europa – ha spiegato ancora il Premier -, vengono superate non al primo colpo, ma con determinazione e tenacia”. Gli interventi attualmente contenuti nel testo in questo senso, rappresentano “un contributo importante per sciogliere i nodi che creano rendite e privilegi. Ma non sarà la fine del processo”.
L’agenda dell’Esecutivo prevede però anche altri appuntamenti importanti: “Il ministro per il Welfare, Elsa Fornero – ha detto ancora il Professore – sta già concettualmente mettendo all’opera il cantiere del lavoro e degli ammortizzatori sociali“.
Infine, oltre al calendario parlamentare, oggi Monti è stato impegnato a Palazzo Chigi, dove ha siglato il “Piano d’azione per il Sud” con i rappresentanti di Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sardegna, Sicilia e i ministri Fabrizio Barca, Elsa Fornero, Corrado Passera e Francesco Profumo. L’intesa “attua gli impegni assunti con l’Europa: non attribuisce al Sud nuovi fondi, ma fa di più, inizia a usare meglio i fondi già assegnati. Qui si tratta di 3,1 miliardi dei 26 ancora da spendere entro il 2015”.
L’efficacia del piano “sarà un fattore determinante per le scelte future” dell’Ue rispetto allo stanziamento di risorse. “Utilizzare bene i fondi strutturali non è solo una priorità, ma anche la condizione per assicurare che nel futuro la politica di coesione comunitaria rimanga significativa per gli investimenti europei”.