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Manovra, Legnini (Pd): presi in giro su costi della politica

Superato il primo traguardo, la manovra si accinge a tagliare il traguardo con il sì della Camera. L’opposizione al Senato ha tentato di introdurre nella manovra misure che intervenissero sul costo della politica sollecitazione che pure era arrivata da più parti, dai sindacati a Confindustria, ma gli emendamenti presentati sono stati regolarmente respinti in commissione Bilancio, sempre con lo stesso voto: 13 no contro 12 sì .

“E anche la Lega, che parla tanto, alla fine si è sempre schierata con il no”, sottolinea Gianni Legnini (Pd) che al Senato è stato il relatore di minoranza. Probabilmente l’opposizione alla Camera proverà a riproporre gli emendamenti per ridurre il peso dei costi della politica, ma l’iter sembra già segnato, con l’approvazione del testo licenziato da Palazzo Madama. E la delusione dell’opposizione è evidente. “Nell’incontro con Tremonti – racconta Legnini – il ministro ci ha ringraziato per la responsabilità che abbiamo dimostrato.

Noi gli abbiamo sottoposto una decina di temi, lui aveva mostrato aperture, ma il grosso è stato respinto. Avevamo chiesto di esaminare un pacchetto serio e non una presa in giro sui costi della politica, con l’anticipo al 2012 dell’equiparazione del trattamento economico a quello dei Paesi di testa dell’area Euro estendendo questo trattamento anche ai membri del Governo. Avevamo poi chiesto una norma sui vitalizi per superare l’insostenibile sistema attuale sostituendolo con quello contributivo come per tutti i lavoratori dipendenti”.

Ma anche questa proposta – contenuta nel pacchetto di emendamenti sottoscritti congiuntamente da Pd, Idv, Udc e Fli- è rimasta lettera morta. “Ancora – prosegue Legnini – avevamo proposto norme più serie e incisive su auto e voli blu riducendoli drasticamente a pochi soggetti e solo ad effettive esigenze di servizio”. Una delusione espressa in aula dal capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro: “Questa maggioranza e questo Governo chiedono sacrifici agli italiani ma non sono stati capaci di fare quattro cose che avevamo chiesto: allineare le retribuzioni dei parlamentari italiani al parametro europeo, ancorare i vitalizi parlamentari al criterio ontributivo, tassare le pensioni dei parlamentari nello stesso modo in cui vengono tassate le pensioni d’oro e riordinare il sistema delle province. Erano quattro cose che sono state oggetto dei nostri emendamenti e di cui non c’e’ traccia in questa manovra.”

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