Manovra in Aula ed è muro contro muro tra maggioranza e opposizione. L’Italia dei valori ha già annunciato che farà ostruzionismo contro una manovra ”distruttiva, cui ci opporremo con tutte le nostre forze perché è va a comprimere anche i diritti dei lavoratori”, come spiega Antonio Di Pietro. Quanto al Pd, si era detto disponibile a una rapida approvazione, ma a precise condizioni.
Bersani, che stamani ha partecipato allo sciopero indetto dalla Cgil, riassume: “Noi oggi andiamo in Aula al Senato dicendo che siamo pronti limitare gli emendamenti: però è inutile fare presto se non si fa per bene. Dopodiché la maggioranza si assumerà le sue responsabilità. Noi abbiamo alcune idee. Più risparmio nella pubblica amministrazione, imposte sui grandi patrimoni immobiliari e liberalizzazioni serie. Peccato che in due minuti ci abbiano bocciato tutti i nostri emendamenti”. Il segretario dei democratici rilancia anche la proposta dell’imposta una tantum sui capitali scudati: “Misure come questa possono rafforzare la manovra”.
Bersani punta infine il dito contro l’articolo 8 sulla contrattazione, chiedendo che venga stralciato dalla manovra: “Non c’entra niente con la crescita – sottolinea il leader dell’opposizione – e fino ad ora ha solo diviso il mondo del lavoro e complicato la vita a un Paese che è già in grave difficoltà”. Al segretario del Pd risponde a stretto giro di posta il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: “Non se ne parla proprio.
A Bersani che pretende addirittura la rinuncia all’articolo 8 rispondiamo che non se ne parla proprio nel nome, da un lato, della sua corrispondenza a una delle più esplicite richieste della Bce e, dall’altro, di un consenso che ha visto convergere la maggioranza e il Terzo polo oltre alla sua accettazione da parte della maggioranza degli attori sociali”.
E’ con questo clima che alle 16,30 si apre al Senato la discussione in Aula. Alle 15,30 è in calendario la conferenza dei capigruppo che dovrebbe riformulare i tempi per l’approvazione della manovra. Era stata ipotizzata una conclusione addirittura entro domani, ma a questo punto si tratta di vedere come si svolgerà il dibattito. Gli emendamenti presentati superano il centinaio e non sono solo dell’opposizione.
“Vediamo come si comporterà il Governo, se vuole dare un segnale al Paese accogliendo alcune proposte – dice il capogruppo Pd in commissione Bilancio, Vidmer Mercatali – o se invece decide di andare a testa bassa e mettere la fiducia”. Ipotesi, quest’ultima, che continua a aleggiare, nonostante le smentite ufficiali da parte di maggioranza e Governo. Il Pd ha ripresentato per l’Aula un’ottantina di emendamenti.
Antonio Lirosi, responsabile consumatori e commercio del Partito democratico, rileva come tutti gli emendamenti del gruppo presentati in commissione su farmaci, carburanti, professioni, banche, assicurazioni ed energia siano stati tutti respinti “e le modifiche approvate hanno ulteriormente depotenziato le generiche norme sulle liberalizzazioni presenti nella manovra”.