Oggi, lunedì 16 dicembre, il maxiemendamento che contiene tutta la legge di Bilancio è approdato in Aula al Senato, che nel corso della giornata l’ha approvato con 166 sì e 128 no. Il Governo ha deciso di blindarlo ponendo la fiducia. Quello a Palazzo Madama si configura dunque come un passaggio molto rapido vista la necessità di evitare l’esercizio provvisorio approvando la manovra entro il 31 dicembre. Non a caso è prevista la fiducia anche alla Camera.
Questo significa che i passaggi parlamentari previsti per questa manovra sono soltanto due – e non tre come da prassi – con Montecitorio che svolgerà un ruolo di semplice ratifica. Nella storia della Repubblica, solo altre tre volte è saltata la terza lettura della manovra, sempre in periodi (recenti) di crisi: nel 2010, nel 2011 e nel 2016.
Nel pomeriggio la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha comunicato all’Aula il giudizio di inammissiblità delle norme alla manovra che riguardano la cannabis light, la tobin tax e il rinvio da luglio 2020 al primo gennaio 2022 della fine del mercato tutelato per luce e gas.
Il testo trasmesso al Senato è pressoché identico a quello uscito dalle commissioni di Palazzo Madama al termine di una lunga maratona e gli interventi della Ragioneria dello Stato sulle coperture sono stati minimi. Il contrario, insomma, di quanto era trapelato domenica, quando si era parlato addirittura di una mancata bollinatura per alcune misure e di un buco nelle coperture da almeno 700 milioni di euro. Indiscrezioni smentite nettamente dal governo, con il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, che su Twitter ha parlato di “fake news” e di “leggende metropolitane”, chiarendo che il vertice di maggioranza in programma per oggi “si occuperà di tutt’altro”.
Intanto, le opposizioni protestano. La capogruppo di Forza Italia alla Camera, Maria Stella Gelmini, lamenta la compressione del dibattito parlamentare, scrivendo su Twitter che “Montecitorio sarà espropriato del suo diritto ad esaminare il testo”.
Il ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri, difende invece la manovra, rivendicando come grandi successi la cancellazione dell’aumento dell’Iva e i tre miliardi stanziati per il taglio del cuneo fiscale, che partirà a luglio e riguarderà i redditi medio-bassi.