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Manovra, governo a caccia di risorse: spunta l’ipotesi del taglio agli sconti per i redditi sopra i 100 mila euro

Pixabay

Cambiano i governi ma il problema è sempre lo stesso: la strada alla Manovra è strettissima. E il deficit da 15,7 miliardi non basta per coprire tutte le misure di una legge di Bilancio che viaggia sui 22-25 miliardi. Una somma irrisoria se si considera la lunga lista dei “desideri” del governo Meloni. Soltanto il taglio del cuneo fiscale e la riduzione dagli attuali 4 scaglioni Irpef a 3 costano circa 14 miliardi di euro. All’appello mancano almeno altri 8 miliardi (se non di più) e l’esecutivo spera di trovare risorse aggiuntive per finanziare una Manovra che appare ormai sempre più snella. Come? Sforbiciando gli sconti fiscali per i redditi più alti, a partire dai 100 mila euro secondo anticipazioni raccolte dal Sole24Ore.

Sconti tagliati per i redditi sopra i 100 mila euro: come funziona?

Il ministero dell’Economia è a lavoro su come ridurre il peso degli sconti fiscali per risparmiare almeno un miliardo di euro. Tra le detrazioni a rischio ci sono quelle relative alle spese per assicurazioni, sport, scuola e università. Potrebbero essere interessate anche le erogazioni liberali, tra cui le donazioni ai partiti. Non verrebbero toccate invece quelle legati a sanità, casa, famiglia ed efficientamento energetico. Sotto il mirino del governo però ci sono anche tanti altri sconti fiscali. Del resto, il nuovo rapporto sulle “spese fiscali” allegato alla Nadef, le voci quest’anno sono salite a 626, 34 in più rispetto all’anno scorso (solo l’Irpef ne assorbe il 64,3%), per un costo totale di 82 miliardi di euro, il 5% in più rispetto lo scorso anno.

La discussione sul taglio alle tax expenditures non è una novità. Già la legge di Bilancio 2020 ha introdotto la sforbiciata sugli sconti fiscali a partire da 120 mila euro, per azzerarsi a 240 mila euro. L’idea è di abbassare il tetto a 100 mila. Ma anche così i soldi non basterebbero. Motivo per cui il taglio potrebbe allargarsi anche alle detrazioni di “settore”, riservate cioè a una piccola platea di persone (il Sole24Ore parla di cancellare le voci che si fermano sotto i 50 o 100 milioni) come quelle per gli studenti fuori sede o per le spese funebri. Un’alternativa, più complessa, sarebbe quella di assegnare a ogni contribuente un importo limite di sconti fiscali nel quale scegliere a quali voci attingere. In ogni caso il taglio sugli sconti fiscali non piacerà a molti.

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