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Manovra e tasse sui profitti, i “sacrifici” chiesti da Giorgetti agitano la maggioranza: ecco cosa può succedere

Sono diventate un caso politico le parole di Giorgetti sulla manovra: i “sacrifici” chiesti dal ministro e le tasse sui profitti che interesseranno “tutti” hanno scatenato la reazione dei partiti di governo (dopo il calo di Piazza Affari). Quali sono i settori coinvolti?

Manovra e tasse sui profitti, i “sacrifici” chiesti da Giorgetti agitano la maggioranza: ecco cosa può succedere

Si trasformano subito in un caso politico le frasi pronunciate ieri da Giancarlo Giorgetti a proposito di tasse. Il ministro, infatti, a Borse ancora aperte avverte che la manovra finanziaria richiederà “sacrifici da tutti” perché risanare i conti pubblici – come chiede l’Ue – è uno sforzo che dovranno sostenere individui, pubblica amministrazione e aziende. Giorgetti parla di “tassare i giusti profitti, gli utili”. Piazza Affari risponde a stretto giro chiudendo in calo. E nella maggioranza di governo è subito gelo con Palazzo Chigi che frena all’istante sulle parole del titolare dell’Economia (leghista) e Forza Italia che stoppa l’ipotesi di nuove tasse. Il Pd punta il dito, parla di “gestione irresponsabile” e chiede conto anche del ventilato aumento delle accise sul diesel. Oggi alla Camera, intanto, il voto finale sul decreto Omnibus.

Manovra e tasse, ecco cosa ha detto Giorgetti

Giorgetti non ha in mente sconti per nessuno mentre parla, in un’intervista a Bloomberg, della messa a punto del prossimo bilancio. Ma la sola idea di tassare i profitti delle imprese dei settori che più hanno beneficiato di un contesto di mercato favorevole fa scivolare la Borsa di Milano: la piazza finanziaria arriva a chiudere con una perdita perfino più ampia rispetto a quella di Parigi che, nel mentre, scivola anch’essa sulla scia dell’annuncio di una “imposta eccezionale” sulle imprese e sui contribuenti più ricchi ipotizzata dal governo di Michel Barnier.

Il ministro chiarisce subito che stavolta “non ci sarà la replica della discussione sugli extraprofitti delle banche” che caratterizzò il dibattito dello scorso anno. Prima di tutto, extraprofitti “è un termine scorretto”. Si deve parlare di “tassare i giusti profitti, gli utili”, calcolati “in modo corretto”. Irrealistica l’idea di un versamento volontario: “Le aziende non fanno beneficienza, i contributi volontari non esistono”, spiega Giorgetti ricordando “la stella polare”, ovvero l’articolo 53 della Costituzione secondo cui “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Dal Mef, poi, spiegano che si chiederà uno sforzo alle imprese più grandi che operano in determinati settori in cui l’utile ha beneficiato di condizioni favorevoli esterne.

Manovra e tasse, quali settori coinvolti?

I settori coinvolti? Stando alle indiscrezioni, si parla di banche, assicurazioni, difesa ed energia. Che infatti soffrono in Borsa. Proprio sulla difesa il ministro fa un accenno, portando un esempio, durante l’intervista: “Paradossalmente uno potrebbe dire che, con tutte queste guerre, chi produce armi sta andando particolarmente bene e anche in questo caso c’è una situazione di mercato favorevole”. Ma “tutti” devono contribuire. Le aziende più piccole, ad esempio, sono già interessate al Concordato e “devono accettare l’idea che devono dichiarare di più”.

Quanto alle banche, va detto che sono da giorni sotto i riflettori e, nelle ultime ore, si sarebbe fatta strada l’ipotesi di un intervento sulle Dta (vale a dire le imposte differite attive), ma c’è chi parla anche di una possibile mossa sulle stock option, che riguarderebbe però anche assicurazioni e altri settori.

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