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Manovra, Calderoli: “Tagliare le pensioni di chi non ha mai lavorato”

Si intravede uno spiraglio di luce sul tema delle pensioni, il principale terreno di scontro fra Pdl e Lega nelle ultime settimane. A fare il primo passo per superare lo stallo nella maggioranza è stato Roberto Calderoli, che stamane ha cercato una soluzione di compromesso senza rinunciare ai toni tipici del Carroccio. “Bisogna andare a interessarsi delle pensioni di chi non ha mai lavorato – ha detto il ministro delle Semplificazioni -, forse è il caso di rivederle”.

Nessun passo indietro quindi sugli assegni d’anzianità e sull’età pensionabile delle donne nel settore privato. Sotto quel profilo, “il testo contenuto nel decreto 138 è già stato oggetto di una lunga trattativa, con un accordo raggiunto tra il presidente Berlusconi e il ministro Bossi. Non era il testo iniziale, è stato il punto di approdo. E noi riteniamo che debba rimanere tale”.

Per ricalibrare i pesi della manovra agostana da 45,5 miliardi, secondo Calderoli, sono altri i contribuenti su cui bisognerebbe puntare il mirino: “Per esempio quelli che hanno pensioni di reversibilità eccessivamente alte o prendono accompagnamenti che oggi vengono dati indistintamente a tutti senza dei limiti legati al proprio reddito”.

Il primo ad apprezzare le parole del ministro leghista è stato Gaetano Quagliariello. A margine dei lavori della commissione Bilancio al Senato, dove la manovra bis è arrivata due giorni fa, il vicecapogruppo del Pdl a Palazzo Madama ha detto di notare “nelle parole di Calderoli una certa apertura. Non proprio un’apertura, uno spiraglio. E su questo lavoreremo”.

Ma le sorprese in arrivo dal ministro delle Semplificazioni non sono finite qui. Intervenendo al meeting di Comunione e liberazione a Rimini, Calderoli ha annunciato anche l’ultima trovata leghista: “Ci siamo inventati la tassa sull’evasione – ha detto – e oggi pomeriggio andremo a finire di scriverla. È una tassa patrimoniale contro gli evasori”. Al momento il nuovo prelievo è ancora piuttosto misterioso. Il ministro ha spiegato solo che “non colpisce chi le tasse le ha già pagate, perché si può mettere in detrazione”. Sarebbe questa una soluzione per superare il tanto odiato contributo di solidarietà, che è “corretto in termini generali, ma resta il fatto che non è giusto far pagare le tasse a chi le ha sempre pagate”.

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Categories: Politica