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Manovra bis: pensioni e reddito di cittadinanza perdono 5 miliardi

Imagoeconomica

L’anticipo pensionistico voluto dalla Lega con la famosa quota 100 perde 2,7 miliardi per effetto di una serie di paletti (mancato guadagno, cumulo, finestre di uscita scaglionate e in partenza da aprile) e poco di più (2,9 miliardi) ne perde il reddito di cittadinanza sostenuto dai Cinque Stelle. E’ il taglio che Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno dovuto accettare ieri sera su sollecitazione del premier Giuseppe Conte, nel vertice ad alta tensione di Palazzo Chigi, per rispettare le richieste della Commissione Europea e far quadrare i conti della manovra-bis di bilancio, abbassando il deficit al 2,04% del Pil.

Ma la riduzione dell’area di intervento delle pensioni e del reddito di cittadinanza non basta e fino a tarda ora i tecnici del Tesoro e della Ragioneria Generale dello Stato hanno dovuto lavorare per trovare altre risorse che arriveranno da ulteriori tagli delle spese ministeriali, dal blocco dell’indicizzazione piena delle pensioni superiori ai 1.500 euro mensili, dal taglio sulle cosiddette pensioni d’oro e dalla cessione di immobili pubblici che probabilmente sarà accelerata grazie all’intervento della Cassa depositi e prestiti.

Dal vertice è uscita infine l’intesa sull’ecotassa, che sarà limitata alle auto di lusso.

Tra oggi e domani tutte le modifiche alla manovra di bilancio verranno condensate in un maxi-emendamento che il Governo presenterà al Senato e sul quale chiederà la fiducia. La commissione Bilancio del Senato riprenderà domani l’esame del testo che approderà in aula giovedì 20 o più probabilmente venerdì 21 dicembre anziché domani. “È ragionevole rinviare a venerdì”, ha detto il vice ministro dell’Economia Massimo Garavaglia, interpellato a margine dei lavori a Palazzo Madama.

Ricordiamo che mercoledì si riunirà invece la Commissione europea che attende novità dall’Italia per evitare di far partire la procedura di bilancio che, oltre a prevedere pesanti multe, potrebbe infiammare i mercati.

Dopo la messa a punto di ieri può darsi che, almeno sulla carta, i conti tornino e il Governo assicura che tutte le coperture sono state trovate, ma già oggi si capirà se, prima ancora della Commissione europea, i mercati ci credono o no.

Poi si aprirà il capitolo politico perché sia la Lega che i Cinque Stelle dovranno giustificare agli occhi dei loro elettori la clamorosa marcia indietro che hanno fatto sulla manovra di fronte all’inevitabile richiesta della Commissione europea nel pretendere il rispetto delle regole. Un problema molto serio soprattutto per i Cinque Stelle, dove, oltre al calo nei sondaggi, il leader Di Maio è di nuovo assediato da Beppe Grillo e da Alessandro Di Battista, che promette di tornare dall’America Latina per scendere di nuovo nell’arena.

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Categories: Politica