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Manovra, al via le audizioni lampo in Parlamento

Si comincia alla Camera e al Senato con Rete imprese Italia, poi Cgil, Cisl, Uil e Ugl – A seguire Istat e Confindustria – Probabile la fiducia in Aula, ma Bersani precisa: “Non saremo noi a chiederla” – La lega non esclude l’ostruzionismo nelle commissioni – Di Pietro: “Vogliamo proteggere i più deboli e vogliamo più equità sociale”.

Manovra, al via le audizioni lampo in Parlamento

Partono oggi nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato le audizioni sulla manovra appena varata dal Governo. Si comincia alle 12 e 30 con i rappresentanti di Rete Imprese Italia, poi nel pomeriggio, alle 15 e 30, sarà la volta di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Alle 17 l’audizione dei rappresentanti dell’Istat e alle 18 e 30 quelli di Confindustria. Dopo una pausa per l’Immacolata, le audizioni riprenderanno venerdì mattina alle 9 e 30 con la Banca d’Italia, che sarà seguita alle 11 dalla Corte dei Conti.

Nelle more delle audizioni, e quindi proprio l’8 dicembre, ci sarà la relazione (ma il relatore non è stato ancora deciso) e la discussione generale, visto che entro venerdì mattina devono essere presentati gli emendamenti. Sul provvedimento aleggia l’ipotesi del ricorso alla fiducia da parte del governo per evitare che sui contenuti della manovra si apra una discussione che potrebbe portare a un allungamento dei tempi d’approvazione. Intanto, la Lega prepara gli emendamenti alla manovra e scalda i motori per l’aula di Montecitorio. Ma il Carroccio non vuole offrire la sponda a Monti per giustificare il ricorso al voto di fiducia.

Per questo si lavora a poche proposte di modifica. In realtà, in commissione il Carroccio si prepara a dare battaglia. In quella sede non è previsto un tetto agli emendamenti e non è escluso il ricorso all’ostruzionismo. Ma per l’Aula, le proposte di modifica non dovrebbero essere più di 15. In particolare, la Lega per la discussione in Assemblea punta ad un pacchetto snello di “emendamenti-manifesto” per tenere alta la bandiera delle posizioni storiche del Carroccio.

Da parte del Pd, il segretario Pier Luigi Bersani ci tiene a precisare che “non saremo noi a chiedere la fiducia. Il problema è cambiare la manovra su alcuni punti. Con quale procedura farlo, se per iniziativa parlamentare o per iniziativa del governo, non mi interessa, l’importante è cambiare alcuni punti”.

Di Pietro invece non è disposto a fare sconti: “Una cosa è far quadrare i conti, un’altra prende i soldi ai poveri cristi. Noi vogliamo proteggere i più deboli e vogliamo più equità sociale. Qui non si tratta di essere belli o brutti, ma dimostrare che i conti si possono far quadrare senza far pagare sempre i soliti”. E insiste sulla necessita’ di ricorrere alle urne: “Noi auspichiamo le elezioni ad aprile, ma dopo il referendum per cambiare la legge elettorale. C’è un’emergenza ma non è che dobbiamo tenerci Monti per sempre, altrimenti dovevano nominarlo presidente a vita”

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