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Manovra 2025: tasse, detrazioni, bonus. Ecco cosa cambia dal 1° gennaio

Dopo un iter travagliato la Camera ha dato il via libera alla Manovra 2025 che passa ora al Senato. Ecco le principali novità che entreranno in vigore l’anno prossimo

Manovra 2025: tasse, detrazioni, bonus. Ecco cosa cambia dal 1° gennaio

Dopo un iter complesso fatto di emendamenti, aggiustamenti e qualche ritardo, la Manovra 2025 del Governo Meloni ottiene il via libera dalla Camera. Ora la palla passa al Senato, dove la seconda lettura inizierà lunedì 23 in commissione, con l’ok definitivo previsto tra Natale e Capodanno, probabilmente il 28 dicembre. La legge di bilancio si presenta arricchita da numerose novità rispetto al testo approvato a metà ottobre, con misure per 30 miliardi di euro. Di questi, metà saranno destinati a rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef a tre aliquote. Tra le novità principali: la fine del bonus per l’acquisto di caldaie a gas, un miliardo in più per la Tav, lo stop alla proroga per il trasferimento del Tfr nei fondi pensione, nuove strette sulle detrazioni, il rimborso delle spese di trasferta per ministri e sottosegretari non eletti , mini rivalutazioni delle pensioni, e il bonus casa al 50% limitato alle prime abitazioni. Ecco le principali misure della Manovra 2025 con le ultime modifiche.

Riforma Irpef 2025: nuove modalità e sgravi fiscali

Come anticipato, 17 dei 30 miliardi della legge di Bilancio 2025 saranno destinati a rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef con tre scaglioni. Tuttavia, il meccanismo cambia: non ci sarà più uno sconto sui contributi Inps sugli stipendi fino a 35mila euro, ma un “bonus” per chi ha un reddito fino a 20mila euro e uno sgravio fiscale per chi guadagna tra i 20mila e i 40mila euro, con una riduzione graduale dei benefici a partire dai 32mila euro. La novità più significativa è che, anziché guardare allo stipendio, si terrà conto del “reddito complessivo”, il che significa che, ad esempio, possedere una seconda casa in affitto potrebbe escludere dal beneficio, anche se il reddito da lavoro è inferiore ai 40mila euro.

In termini concreti, per chi ha un reddito fino a 8.500 euro, il contributo sarà del 7,1%; tra 8.500 e 15mila euro scenderà al 5,3%, mentre tra 15mila e 20mila euro sarà del 4,8%. Per un reddito di 15mila euro, l’aumento sarà di circa 66,25 euro al mese, mentre per chi guadagna 20mila euro l’incremento mensile salirà a 80 euro. Inoltre, per chi guadagna tra 20mila e 32mila euro, si applicherà una detrazione fissa di 1.000 euro, pari a 83,30 euro al mese.

Per quanto riguarda l’Irpef, le aliquote restano invariate: 23% fino a 28mila euro, 35% tra 28mila e 50mila euro, e 43% oltre i 50mila euro.

Confermati anche i fringe benefit, con una soglia di esenzione fissata a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri.

Ires più leggera per le imprese che reinvestono

L’Ires scende di 4 punti percentuali per le imprese che, nel 2024, accantonano almeno l’80% degli utili e reinvestono almeno il 30% in azienda, con una quota minima pari al 24% degli utili dell’esercizio 2023. Gli investimenti dovranno essere almeno di 20mila euro e le aziende dovranno assumere a tempo indeterminato almeno l’1% in più di lavoratori. Arriva anche la proroga del fondo di garanzia per le Pmi, a cui si aggiunge un fondo da 3 milioni di euro, distribuito su tre anni, per le imprese dell’indotto Ilva. Inoltre, è previsto un fondo ad hoc da 70 milioni per finanziare la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese. Sale anche il fondo per le famiglie vittime di incidenti sul lavoro, mentre arriva una stretta sulla Naspi.

È stata prorogata la deduzione del 20% sul costo del lavoro per nuove assunzioni a tempo indeterminato, con possibilità di aumentarla fino al 130% per l’inserimento stabile di categorie svantaggiate, tra cui giovani, persone con disabilità e madri con almeno due figli.

Stretta sulle detrazioni: nuovi limiti e coefficienti per il 2025

La Manovra 2025 introduce una revisione delle detrazioni fiscali, con un tetto massimo a seconda del reddito e della composizione familiare. I contribuenti con reddito superiore ai 75 mila euro vedranno ridotte le detrazioni annuali. Per le famiglie con più di due figli, il massimo sarà di 14 mila euro, mentre per i single il limite scende a 7 mila euro. Superando i 100 mila euro di reddito, il tetto per le famiglie con più di due figli si ferma a 8 mila euro, mentre per chi non ha figli a carico scende a 4 mila euro.

Le detrazioni saranno inoltre modulate in base a quattro coefficienti: 0,50 per chi non ha figli, 0,70 per chi ha un figlio, 0,85 con due figli e 1 per le famiglie con più di due figli o almeno un figlio con disabilità.

Start up e Pmi innovative, sconti confermati per le spese

Le spese per le Pmi innovative e le start-up restano fuori dal calcolo del plafond per le detrazioni fiscali. La lista delle spese protette si allarga, includendo anche quelle sanitarie previste dall’articolo 15 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Novità importante: tutte le agevolazioni rateizzate nel tempo saranno conteggiate solo per la rata in scadenza al 31 dicembre. Ad esempio, le spese per i premi assicurativi e le ristrutturazioni sostenute nel 2024 seguiranno questa regola. Inoltre, il tetto per le spese di istruzione sale da 800 a 1.000 euro.

Bonus Sud meno generoso

Ritorna la decontribuzione Sud, ma con uno sconto più contenuto: il 25% (rispetto al 30% precedente). Dal 2026, il beneficio scenderà al 20% e al 15% nel 2029. L’esonero riguarda le micro e piccole imprese (con un massimo di 250 lavoratori) che occupano dipendenti a tempo indeterminato in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. Il beneficio è anche esteso ad altri datori di lavoro privati al Sud, ma previa autorizzazione della Ue, e a condizione che si dimostri un incremento dell’occupazione a tempo indeterminato rispetto all’anno precedente, entro il 31 dicembre di ogni anno.

Transizione 4.0 con tetto e Bonus 5.0 potenziato

Il piano Transizione 4.0 subisce alcune modifiche, tra cui l’introduzione di un meccanismo a “rubinetto” per limitare l’accesso ai crediti d’imposta, fissando un tetto a 2,2 miliardi. Tuttavia, gli investimenti effettuati nel 2025 (con una scadenza al 30 giugno 2026) rimarranno validi se “prenotati” con un acconto di almeno il 20% entro la pubblicazione della legge di bilancio. Cambia anche la Transizione 5.0, con un innalzamento dell’aliquota fino al 45% per gli investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni. Inoltre, viene potenziato il bonus per l’acquisto di pannelli fotovoltaici. Salta, invece, la proroga della scadenza per la conclusione degli investimenti, che resta fissata al 31 dicembre 2025, senza l’estensione al 30 aprile 2026.

Stipendi e rimborsi per i ministri: arriva la norma

Ha richiesto tempo, ma alla fine è arrivata la norma sugli stipendi dei ministri e dei sottosegretari non parlamentari, che ora prevede solo il “diritto al rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni”. Svanisce quindi la possibilità di equiparare i loro compensi a quelli dei ministri eletti; passa, invece, la cosiddetta “norma anti-Renzi” estesa anche ai membri del governo, ai governatori e ai parlamentari, ad eccezione di quelli eletti all’estero. A partire dal prossimo anno, questi soggetti non potranno accettare compensi provenienti da fuori della Ue durante il loro mandato, se non previa autorizzazione e solo se l’importo non supera i 1.000 euro. Tuttavia, questa restrizione non si applica ai membri del governo.

Pensione anticipata a 64 anni con l’aiuto della previdenza integrativa

Per i lavoratori interamente contributivi (ossia chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996), arriva la possibilità di pensionarsi anticipatamente a 64 anni, grazie all’integrazione con la previdenza complementare. Tuttavia, dal 1° gennaio, aumenta il numero di anni di contributi richiesti, che passa da 20 a 25, con un ulteriore innalzamento a 30 anni previsto dal 2030. Tuttavia, non è stata accolta la proposta di un nuovo semestre di silenzio-assenso per permettere ai lavoratori di trasferire il trattamento di fine rapporto dall’azienda alla previdenza complementare. Si parla però di inserirla in un provvedimento futuro.

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Famiglie: novità per il 2025. Arriva il Bonus nuove nascite

Nel 2025, il settore famiglie prevede alcune misure mirate. Arriva un bonus di mille euro per ogni bambino nato o adottato da gennaio, destinato alle famiglie con Isee fino a 40mila euro, per sostenere la genitorialità. Il periodo di congedo parentale indennizzato all’80% è stato ampliato a tre mesi complessivi entro il sesto anno di vita del figlio. Per i nati dal 2024 in famiglie con Isee inferiore a 40mila euro, il bonus asilo nido è stato aumentato a 3.600 euro, estendendone l’accesso a nuovi beneficiari. Inoltre, il bonus mamme lavoratrici è stato esteso alle autonome e alle lavoratrici a tempo determinato, prevedendo uno sgravio contributivo fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo per le madri con due figli, e fino al diciottesimo anno per le madri con tre o più figli a partire dal 2027.

Inoltre, viene introdotto un bonus per le attività extra-scolastiche dei ragazzi delle scuole elementari e medie (6-14 anni) nelle famiglie con Isee fino a 15mila euro, con un fondo “dote famiglia” da 30 milioni di euro. Altri 10,5 milioni di euro, distribuiti su 3 anni, sosterranno attività educative formali e informali, mentre 1,5 milioni andranno agli oratori.

Il bonus psicologo riceve più fondi, e arriva anche un nuovo fondo per il sostegno psicologico degli studenti nelle scuole.

Bonus casa al 50%, ma con una stretta sulle caldaie

Il bonus per la ristrutturazione delle case e l’ecobonus per la riqualificazione energetica restano al 50% per le prime case e al 36% per le seconde, fino al 2025. Scompare invece la possibilità di ottenere agevolazioni fiscali per l’acquisto di caldaie a combustibili fossili. Il divieto, che riguarda anche gli apparecchi come le caldaiette a condensazione, è stato recepito dalla legge di Bilancio 2025, allineandosi con la direttiva Ue sulle case green.

Per chi si trova in difficoltà a pagare l’affitto a causa di eventi imprevisti (come la perdita del lavoro), sono previsti 10 milioni di euro per il 2025 e 20 milioni per gli anni successivi per sostenere la morosità incolpevole.

Bonus elettrodomestici: via libera all’efficienza energetica

Arriva un nuovo bonus per la sostituzione degli elettrodomestici obsoleti con modelli più green: il contributo può arrivare fino al 30% del costo dell’elettrodomestico, con un massimo di 100 euro per apparecchio, che salgono a 200 se l’Isee è inferiore a 25mila euro. Sono stati stanziati 50 milioni per questa misura, fino a esaurimento dei fondi.

Criptovalute, stretta attenuata

Si attenua la stretta fiscale sulle criptovalute: l’imposta sulle plusvalenze e sugli altri redditi derivanti da Bitcoin e criptovalute resta al 26% nel 2025, per poi salire al 33% nel 2026. L’aliquota era inizialmente prevista al 42%, ma l’emendamento approvato in commissione Bilancio ha ridotto l’impatto, dando un po’ di respiro agli investitori.

Web tax solo per i grandi colossi

La web tax torna, ma solo per i big del digitale. Con una modifica approvata, la tassa sarà applicata solo alle aziende che generano ricavi da servizi digitali superiori a 750 milioni di euro l’anno, ovunque vengano realizzati. Nella versione iniziale della legge di bilancio, invece, era prevista l’estensione della web tax anche per le Pmi.

Flat tax per dipendenti e pensionati: la soglia sale a 35mila euro

La soglia di ingresso alla Flat Tax per dipendenti e pensionati aumenta: passa da 30mila a 35mila euro. Con l’emendamento approvato dal governo, chi guadagna fino a 35mila euro all’anno potrà beneficiare della tassa piatta al 15% o al 5% per chi avvia una nuova attività.

Sanità: flat tax al 5% per gli straordinari degli infermieri

Nonostante le proteste dell’opposizione, il comparto sanità non riceve tutte le risorse richieste nella Manovra. Unica novità dal 2025, gli straordinari degli infermieri saranno tassati con una Flat Tax al 5%. Questo emendamento, approvato dalla commissione Bilancio della Camera, prevede che i compensi per il lavoro straordinario, secondo il contratto collettivo nazionale del settore sanitario, vengano assoggettati a una tassazione sostitutiva del 5%, che sostituisce l’Irpef e le addizionali regionali e comunali. Vengono anche destinati fondi per sensibilizzare le donne sui test di riserva ovarica e per la prevenzione e il monitoraggio del tumore al polmone.

Ponte sullo Stretto: altri 1,4 miliardi. Un miliardo in più per la Tav

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina vede salire il suo costo complessivo a poco più di 12 miliardi, con un incremento di 3,882 miliardi dal Fondo di sviluppo e coesione, rispetto ai 2,318 miliardi previsti inizialmente. Questo alleggerisce il peso sul bilancio statale. Altri 1,096 miliardi vengono destinati a Ferrovie per il finanziamento delle opere previste dal Pnrr, mentre 1,334 miliardi rinforzano il contratto di programma di Rfi. Inoltre, 1 miliardo in più va a finanziare la Tav Torino-Lione, altri 200 milioni sono destinati alla tratta Sibari-Catanzaro, 708 milioni al settore idrico e 36 milioni per la diga di Campolattaro.

Dal 1° aprile, l’addizionale comunale sui diritti di imbarco aumenterà di 0,5 euro per passeggero sui voli extra-Ue. Inoltre, vengono destinati 120 milioni per aumentare il fondo a sostegno del trasporto pubblico locale.

Auto: 400 milioni in due anni

Il settore automotive riceve 400 milioni di euro in due anni. Questo importo, destinato al ministero delle Imprese e del Made in Italy, servirà in parte a ripristinare i fondi per l’automotive, con 200 milioni aggiuntivi per il 2026 e altri 200 milioni per il 2027. Questo intervento mira a rimediare ai tagli previsti inizialmente nella Manovra.

Artigiani e commercianti, contributi al 50% per le nuove attività

Per stimolare la nascita di nuove attività artigianali e commerciali e contrastare la desertificazione dei negozi nelle città, la manovra prevede uno sconto significativo sui contributi per chi decide di avviare un’impresa. Nei primi tre anni di attività, infatti, il contributo previdenziale minimo sarà ridotto del 50%. Questo incentivo si applica per 36 mesi senza interruzioni e riguarda una delle due gestioni Inps. Inoltre, anche i collaboratori familiari che si iscrivono alla gestione autonoma potranno beneficiarne. Il bonus rispetta le regole europee sugli aiuti di Stato, in particolare quelle relative al de minimis.

Oneri ai concessionari per il taglio delle bollette

Novità anche per le concessioni per la distribuzione dell’energia elettrica. I concessionari avranno la possibilità di presentare piani economico-finanziari che, una volta approvati, modificheranno la durata delle concessioni, con un allungamento possibile di massimo 20 anni. Le maggiori entrate derivanti dagli oneri a carico dei concessionari saranno destinate in via prioritaria al taglio delle bollette per famiglie e imprese.

Rai: spending review mirata

La Rai si prepara alla spending review, ma con una precisazione: non toccherà i costi del personale. La revisione si concentrerà invece sulle consulenze esterne, con l’obiettivo di ridurre le spese del 2% entro il 2026 rispetto alla media del triennio 2021-2023, percentuale che salirà al 4% nel 2027.

Turnover nella Pubblica Amministrazione

Nel 2025, partirà un blocco parziale del turnover nella Pubblica Amministrazione, ma con alcune eccezioni: gli enti locali, le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco e i ricercatori universitari non saranno soggetti alla limitazione.

Salta l’obbligo dei revisori Mef, ma con più controlli

Niente più obbligo di avere i revisori del Mef nei collegi sindacali o di controllo delle realtà che ricevono contributi pubblici. Tuttavia, la manovra introduce una stretta sui controlli: gli organi di controllo esistenti dovranno verificare, per i contributi superiori a 100mila euro, che questi vengano utilizzati esclusivamente per gli scopi per cui sono stati concessi. Ogni anno dovranno redigere una relazione da inviare al Mef, per monitorare l’uso dei fondi.

Piano Casa Italia da 560 milioni di euro

Arrivano 560 milioni di euro per il Piano Casa Italia, destinati a contrastare il disagio abitativo e valorizzare il patrimonio immobiliare. Il piano prevede risorse distribuite tra il 2028 e il 2030, con un focus su interventi di edilizia sostenibile e supporto per chi si trova in difficoltà abitativa. I fondi saranno gestiti dal ministero delle Infrastrutture, in collaborazione con l’Economia, con piani di monitoraggio per garantire l’efficacia degli interventi.

Educazione sessuale e affettiva nelle scuole

Un fondo da mezzo milione di euro viene stanziato per promuovere corsi di educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Vengono inoltre incrementati i fondi per le scuole paritarie che accolgono studenti con disabilità, e viene creato un nuovo fondo per contrastare la povertà alimentare, aiutando le famiglie che non riescono a pagare la mensa nelle scuole primarie. Aumenta anche il fondo per gli alloggi degli universitari fuori sede, con l’aggiunta di 2 milioni per le borse di studio degli studenti atleti.

Turismo: più detassazione per mance e sconti sui festivi

Nel settore turistico, arriva un incremento della detassazione delle mance, che passa dal 25% al 30% per i dipendenti di bar e ristoranti, con il limite di reddito che sale da 50mila a 75mila euro. Via libera anche alla decontribuzione per il lavoro durante i festivi e le ore notturne.

Fondi per l’editoria salgono da 20 a 50 milioni

Per sostenere il settore dell’editoria, il Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione digitale cresce di 50 milioni di euro per il 2025. Questo incremento è destinato a sostenere l’informazione e il pluralismo, a fronte dell’aumento dei costi di produzione. Inoltre, il contratto tra il ministero dello Sviluppo economico e Centro di Produzione Spa per il servizio radiofonico delle sedute parlamentari viene prorogato al 2025, con una spesa autorizzata di 8 milioni di euro.

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