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Manovra 2025, Bankitalia avverte: “Crescita economica a rischio”. Upb: “Misure fiscali complesse”

Durante le audizioni in Parlamento sulla Legge di Bilancio, Bankitalia avverte che l’economia italiana è in stallo e gli obiettivi di crescita sono a rischio. L’Upb critica la complessità delle nuove misure fiscali, che potrebbero aumentare le disuguaglianze tra i contribuenti. Entrambi sollevano allarmi sulla sanità

Manovra 2025, Bankitalia avverte: “Crescita economica a rischio”. Upb: “Misure fiscali complesse”

Le parole di Bankitalia e dell’Ufficio parlamentare di bilancio non infondono ottimismo riguardo alla salute dell’economia italiana. Un nuovo round di audizioni in Parlamento sulla legge di Bilancio ha messo in luce le difficoltà dell’attività economica e la necessità di misure efficaci per stimolare la crescita. In un contesto caratterizzato da incertezze e preoccupazioni, gli esperti avvertono che, senza un’accelerazione significativa, gli obiettivi di sviluppo fissati per il futuro potrebbero rimanere irraggiungibili.

I rischi per la crescita economica

“Secondo i dati recenti, ancora insufficienti a tracciare un quadro completo e affidabile, l’attività economica faticherebbe a recuperare slancio nello scorcio di quest’anno”, ha affermato Andrea Brandolini, vice capo del dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia nel corso dell’audizione sulla legge di bilancio nelle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Tuttavia, c’è una luce in fondo al tunnel: “In prospettiva, la riduzione dei tassi di interesse e il recupero del potere d’acquisto delle famiglie potranno fornire un impulso positivo all’economia”. Ma non tutto è roseo: Brandolini ha avvertito che “in assenza di una significativa accelerazione dell’attività economica nella parte finale di quest’anno, la crescita del prodotto prefigurata nel Psb per il biennio 2024-25 appare più difficile da conseguire”.

Anche l’analisi dell’Upb ha messo in evidenza i rischi legati alla crescita economica. Durante le audizioni, la presidente Lilia Cavallari ha sottolineato che il quadro macroeconomico presenta segnali di rallentamento, con il pil italiano che ha mostrato segni di stagnazione nel terzo trimestre del 2024 e una prevista moderata ripresa nel quarto trimestre. Tuttavia, l’Upb ha avvertito che queste previsioni sono soggette a vari rischi al ribasso. Secondo simulazioni effettuate con il modello econometrico MeMo-It dell’Upb, l’impatto sul pil della manovra sarà in linea con le previsioni governative, ma con una distribuzione temporale leggermente diversa, evidenziando margini inferiori nel 2025 e effetti più marcati nel 2027.

Riforma fiscale: confusione e disuguaglianze

Brandolini ha poi analizzato il tema del taglio del cuneo fiscale, affermando che “la conferma definitiva del taglio al cuneo sul lavoro dipendente elimina un elemento di incertezza normativa. Nella sua nuova versione non intacca i contributi sociali ed evita quindi di produrre squilibri nei conti della previdenza, una preoccupazione sollevata in passato da noi e da altri osservatori”. Tuttavia, ha avvertito che “l’effetto complessivo dell’intrecciarsi delle nuove regole con quelle preesistenti e il ricorso a diverse basi di calcolo (reddito da lavoro dipendente e reddito complessivo) per la determinazione dei benefici andranno studiati con attenzione”.

Parallelamente, Cavallari ha analizzato la manovra fiscale, definendola “complessa” e a tratti “poco intellegibile”. La riforma fiscale, che include l’Irpef, bonus fino a 20mila euro e detrazioni da 20mila a 40mila euro, sembra ampliare le già notevoli differenze nel trattamento fiscale tra le varie categorie di contribuenti come dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi. In particolare, per coloro che guadagnano oltre 50mila euro, le differenze nel trattamento fiscale si annullano, mentre la complessità delle misure fiscali rende difficile la comprensione per i destinatari. La presidente ha avvertito che “la riforma fiscale, pur essendo un passo nella direzione del contenimento delle spese fiscali, richiederebbe un approccio più organico alla loro razionalizzazione per evitare di aumentare la complessità del sistema”.

Focus sulle detrazioni

Brandolini ha poi analizzato l’approccio della manovra sulle detrazioni, evidenziando che esso “può rivelarsi efficace nel ridurre l’ammontare delle spese fiscali, rispetto al tentativo di intervenire selettivamente solo su alcune.” Tuttavia, ha avvertito che il disegno basato su soglie fisse per scaglioni di reddito “genera inevitabilmente discontinuità che a regime potrebbero essere significative e compromettere l’equità del prelievo.” Inoltre, ha aggiunto: “Le misure volte a ridurre l’onere fiscale per i lavoratori dipendenti a basso reddito, le modifiche e le aggiunte all’insieme dei trasferimenti a favore delle famiglie e gli interventi in materia di oneri detraibili non rendono tuttavia il sistema di tassazione personale dei redditi e di trasferimenti sociali più semplice e trasparente”.

Anche la presidente dell’Upb è intervenuta sulle detrazioni e sull’introduzione del quoziente familiare. “Sebbene la riforma costituisca un passo nella direzione del contenimento delle spese fiscali (tax expenditures), occorrerebbe un approccio più organico alla loro razionalizzazione, per evitare di aumentare la complessità del sistema”. E nonostante la manovra sembri in linea con gli obiettivi del Piano di Stabilità, l’Upb ha segnalato alcune criticità: “L’attuazione piena della parte di delega fiscale che riguarda le imprese sembra ancora non avviata”, ha affermato Cavallari, esprimendo preoccupazione per la mancanza di un disegno chiaro che sostenga le imprese e promuova gli investimenti.

Finanziamento del servizio sanitario: rischi e criticità

Bankitalia ha affrontato un tema cruciale: la sanità. Nel prossimo decennio, il turnover del personale sanitario e il potenziamento dell’assistenza territoriale previsto dal Pnrr daranno vita a un fabbisogno significativo, con una richiesta di personale medico (compresi pediatri e medici di base) pari al 30% e per gli infermieri al 14%. Questi dati, presentati in audizione, evidenziano le sfide imminenti, soprattutto nel Mezzogiorno, dove le dinamiche sono ancora più marcate.

Anche l’Upb ha condiviso preoccupazioni per il finanziamento del Ssn. Nonostante un incremento previsto, questo crescerà a un ritmo inferiore rispetto alla spesa sanitaria, portando a rischi di disavanzi regionali. Nel 2026, la spesa sanitaria tornerà al 6,4% del pil, livello pre-pandemia, ma l’Upb ha avvertito che senza un adeguato finanziamento ci sarà un significativo aumento del disavanzo nei servizi sanitari regionali, anche oltre il 2027. Nonostante la carenza di personale rimanga la principale criticità, “non sono previsti finanziamenti per nuove assunzioni”, ha fatto notare Cavallari. I fondi saranno principalmente destinati ai rinnovi contrattuali e ad alcune indennità, a discapito di un potenziamento del personale. “Un altro gruppo di misure è a favore di alcuni soggetti privati che operano nella sanità e nel campo della farmaceutica”.

Pensioni: misure a effetto limitato

Per quanto riguarda le pensioni, il Ddl di bilancio conferma i principali canali temporanei di uscita anticipata dal mercato del lavoro e introduce un incentivo fiscale per la permanenza al lavoro oltre il raggiungimento dei requisiti ordinari di pensionamento. Cavallari ha sottolineato che “l’efficacia di queste misure dipenderà dalla risposta dei lavoratori agli incentivi,” mentre Brandolini ha messo in evidenza che le condizioni per accedere a queste misure restano stringenti, lasciando presagire adesioni limitate.

Enti Territoriali: opportunità e rischi

Infine, la manovra interessa gli Enti territoriali su due livelli: da un lato, misure che assicurano il loro contributo ai saldi di finanza pubblica e all’osservanza delle nuove regole europee; dall’altro, norme per il rafforzamento di alcune tipologie di spesa corrente. Tuttavia, secondo Cavallari la stretta sulla spesa corrente potrebbe tradursi in inefficienze, con il rischio che l’accumulo di risorse vincolate porti a un utilizzo non ottimale. La sfida rimane quindi quella di garantire che le risorse vengano impiegate in modo efficace, per il bene delle comunità locali.

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