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Manovra 2018: corsa emendamenti su bollette 28 giorni, pensione 67 anni, Spesometro e rottamazione

Rinviare di sei mesi il decreto direttoriale che fa scattare, dal 2019 l’aumento dell’età per la pensione a 67 anni. A chiederlo emendamenti bipartisan al decreto fiscale, a partire da quello del Pd, a prima firma D’Adda e sottoscritto da diversi senatori Dem della commissione Lavoro. Diverse proposte anche dalle opposizioni: Sel, così come il Movimento 5 Stelle chiede di sospendere l’automatismo fino al 2022 o di rimandare il decreto al 30 giugno, come chiede anche Mdp. La Lega di sospenderlo fino al 2020.

Oggi pomeriggio l’incontro governo-sindacati con il premier Gentiloni a Palazzo Chigi. Il governo ascolterà le richieste delle organizzazioni sindacali che chiedono a gran voce di evitare lo slittamento di cinque mesi dell’età di vecchiaia, da 66 e 6 mesi attuali a 67 anni appunto, a partire dal 2019. Intanto però i tecnici del ministero del Lavoro stanno studiando una diversa ipotesi: e cioè quella di esentare le categorie di lavoratori sottoposti a mansioni più usuranti. Secondo i calcoli del Sole 24 Ore si tratterebbe di 15.000 persone sulla platea di 80.000 potenzialmente interessati allo slittamento in avanti.

Ampliare la platea della rottamazione bis, consentendo di accedere alla nuova definizione agevolata anche a chi non aveva fatto domanda. E’ una delle principali richieste dei senatori, che hanno presentato emendamenti bipartisan al decreto fiscale collegato alla manovra, a partire dal Pd, che chiede anche di introdurre un percorso di rate più diluite per chi ha debiti oltre 1 milione di euro. Diversi emendamenti chiedono anche di spostare a dicembre la scadenza di novembre introdotta per consentire di rientrare a chi era rimasto indietro con le prime due rate.

Tornare all’invio annuale dei dati anche per il nuovo Spesometro. A chiederlo emendamenti bipartisan al decreto fiscale collegato alla manovra, proposti tra gli altri da Pd, Fi, Lega, Autonomie. Tra le richieste anche quella di non comminare sanzioni per l’invio dei dati di quest’anno, se viene effettuato entro febbraio 2018, e anche di esentare alcune tipologie di fatture, come quelle di importo inferiore a 300 euro. Bipartisan anche la richiesta di dare 6 mesi di tempo per il ravvedimento in caso di avviso di irregolarità nei versamenti Iva.

Bollette 28 giorni. Le modifiche presentate da vari partiti per costringere gli operatori alla fatturazione mensile e non più a 28 giorni. Dal Pd allo schieramento Fare! (Misto), da Ap a Mdp, la proposta è di una “cadenza di rinnovo delle offerte e di fatturazione dei servizi su base mensile o suoi multipli”. Nello specifico, il Pd propone anche un aumento delle sanzioni in caso di inosservanza e “la restituzione di somme indebitamente percepite qualora il comportamento lesivo abbia determinato un esborso illegittimo a carico degli utenti”. Per il momento solo Vodafone ha annunciato di voler ripristinare la fatturazione a 30 giorni. Tim, Wind 3, Fastweb e Sky aspettano di vedere come andrà a finire la vicenda in Parlamento e con l’Autorità di settore Agcom.

Quaranta assunzioni alla Consob per svolgere le funzioni di controllo ‘anti-scorrerie’. Lo prevede un emendamento al decreto fiscale del Pd, a firma del senatore Santini, che ha come obiettivo il “potenziamento dell’azione di vigilanza a tutela dei risparmiatori”.

    La norma prevede che in occasione dell’acquisto di una partecipazione in società quotate pari o superiore alle soglie del 10%, 20% e 25%, il soggetto deve dichiarare proprio all’Autorità di Borsa gli obiettivi che ha intenzione di perseguire nel corso dei sei mesi successivi. Agli oneri derivanti dalle 40 assunzioni (calcolati in 1,7 milioni nel 2018 e 3,4 milioni a partire dal 2019), si provvede con i fondi già disponibili nel bilancio della Consob.   

 “Al fine di garantire la continuità dei servizi essenziali del sistema di trasporto su gomma e ferro, è attribuito alla regione Piemonte un contributo straordinario dell’importo complessivo di 40 milioni di euro, di cui 35 milioni per l’anno 2017 e 5 per il 2018, per far fronte alla situazione finanziaria della società Gtt”, vale a dire l’azienda del trasporto pubblico locale di Torino. E’ quanto prevede un emendamento di alcuni senatori del Pd, firmato anche da Marco Scibona (M5S). Agli oneri derivanti dalla norma, affermano i proponenti, si provvede con il Fondo per lo sviluppo e la coesione.

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