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Mancini: “Sorgenia è risanata, il rilancio è nell’online”

La fase critica è alle spalle e Sorgenia torna alla carica del mercato retail. E’ qui che gioca le sue carte, ambiziose, per un rilancio che punta a crescere decisamente nella generazione di cassa da attività operative nel 2016 e a un incremento di 100.000 clienti l’anno al 2020 ma, è questa la novità, tutti esclusivamente via Internet. “La nostra offerta è più competitiva rispetto alle altre perché è full digital, interamente digitale. E’ così – spiega l’amministratore delegato Gianfilippo Mancini in questa intervista a FIRSTonline – che possiamo offrire prezzi più vantaggiosi, abbattendo una serie di costi: non dobbiamo pagare agenti di vendita né affrontare spese di spedizione delle bollette. Vogliamo mettere il cliente nella condizione di poter scegliere, in maniera consapevole e informata, in un mercato che è ancora troppo opaco e statico”. 

Gianfilippo Mancini è arrivato a Sorgenia da Enel, nel marzo 2015, nel momento in cui Cir e Verbund uscivano dall’azionariato e del gruppo diventavano azioniste, dopo una lunga e faticosa trattativa, sei tra le prime banche italiane (qui sotto il grafico della nuova struttura societaria) impegnate per il risanamento. Chiusa l’era De Benedetti che lasciava sul campo 1,8 miliardi di debiti, il nuovo management (presidente è Chicco Testa) ha messo in atto azioni di ristrutturazione finanziaria e riorganizzazione che fanno dire all’Ad: “Ora siamo un’azienda snella, flessibile, integrata verticalmente in tutte le fasi della filiera energetica, siamo in grado di cogliere le opportunità di sviluppo del mercato e l’insieme delle azioni intraprese ci dà una prospettiva positiva di redditività già nel 2016”.

Sorgenia riparte dai clienti domestici, è il segnale della svolta nel risanamento dell’azienda? 

“Sorgenia rimane uno dei primi 5 operatori di elettricità sul mercato libero dei clienti business e fra i primi 10 nel gas. Produciamo 6 miliardi di kilowattora, pari a circa il 2% della domanda nazionale, e li rivendiamo ai clienti. Ora torniamo sul retail, partendo da una base di 100.000 clienti della passata gestione, ma lo facciamo in un modo significativamente diverso sia rispetto al passato sia rispetto alle modalità del mercato attuale. Siamo i primi in Italia a lanciare un’offerta full digital per i clienti domestici. Ciò è il frutto di un profondo cambiamento dell’azienda, completato nel corso del 2015 con tutte le difficoltà che si sono dovute affrontare. Un anno di fondamentale transizione che ci consente ora di presentarci come un’azienda più snella e flessibile in termini di costi, rapidità decisionale, un’azienda sana e ambiziosa”. 

A quali numeri puntate? 

“Contiamo di raggiungere una quota di mercato del 20% sul digitale, pari a circa 100.000 clienti acquisiti ogni anno da qui al 2020. Oggi il canale digitale vale meno del 10% sul mercato complessivo ma è destinato a crescere e certo non a ridursi con numeri che la completa liberalizzazione dell’energia, quando sarà attuata, può ulteriormente fare salire considerato che si aprirà un mercato di circa 35 milioni di clienti, 25 sull’elettrico e 10 sul gas, che oggi risultano ancora in regime di maggior tutela”. 

Perché la scelta di un’offerta cui si può accedere solo via Internet in un Paese che è ancora in fondo alla classifica europea per velocità di connessione?  

“In Italia sono già 20 milioni i cittadini che risultano attivi online. Alcuni per molte ore, altri solo per acquisti mirati. Il numero è comunque importante e destinato a crescere. Inoltre, è proprio su Internet che si possono superare difficoltà e inconvenienti che hanno finora penalizzato il mercato: offerte poco comparabili, assalto di venditori telefonici che promettono meraviglie e non le mantengono. Esiste già una grande varietà di offerte, alcune anche vantaggiose, tra cui però è difficile orientarsi. Noi puntiamo su un consumatore consapevole e cerchiamo di rendere semplice la complicazione intrinseca del settore”. 

Come? 

“Sul nostro sito il consumatore avrà un’indicazione specifica di quanto può risparmiare sulla base della sua fornitura. Importante è la scelta della sostenibilità: potrà scegliere un’offerta “kilometro zero” selezionando, se vorrà, l’impianto rinnovabile da cui comprare energia nella sua stessa zona, con una copertura in quasi tutte le regioni italiane. Siamo i primi a farlo in Italia e forse anche nel mondo, esclusa l’Olanda. Si apre anche un’ampia gamma di servizi che noi abbiamo chiamato Energy Lab: la possibilità di avere più informazioni sui propri consumi per migliorare il risparmio energetico e per capire come impattano Tv lead, frigoriferi o altri elettrodomestici sul consumo”. 

E chi avesse dubbi o difficoltà? E’ previsto qualche tipo di aiuto? 

“Certamente. Sempre su internet in caso di bisogno si può attivare una chat o anche una video-chat, contattare il nostro call center. C’è anche un comparatore di offerte e la possibilità opzionale di avere un operatore dedicato, pagando un piccolo costo aggiuntivo”. 

Sorgenia ha impianti termoelettrici, non rinnovabili. Il “kilometro zero” è frutto di accordi con altri produttori?
 
“Abbiamo impianti per circa 3.200 Megawatt in ciclo combinato a gas. Con il piano di ristrutturazione abbiamo ceduto circa 300 MW di eolico, mantenendo però la titolarità in termini di certificati di origine. Inoltre, possiamo contare sull’idroelettrico della controllata Tirreno Power e su accordi specifici con altri produttori”. 


Tirreno Power oggi è controllata da Sorgenia e Engie al 50% ciascuna. Capitolo doloroso, proprio mercoledì scorso un nuovo sciopero delle maestranze. A che punto è la situazione? 

“Nel 2015 è stato fatto un grande lavoro, abbiamo affrontato una situazione drammatica. Tirreno Power ha pagato il calo della domanda e la crescita delle rinnovabili, le conseguenze del sequestro dell’impianto di Vado Ligure che ha messo in ginocchio la società. Si è aperta una fase di ristrutturazione con i creditori durante la quale abbiamo sottoscritto un oneroso aumento di capitale di 50 milioni. Altrettanto ha fatto Engie. Iren e Hera sono invece uscite. Questo ha consentito di chiudere la ristrutturazione finanziaria e mettere in bonis la società. Resta il nodo cruciale delle persone legato al termine del periodo di solidarietà. Il 3 agosto Tirreno Power ha un nuovo incontro al tavolo aperto dal Mise con la Regione e i sindacati per trovare una soluzione sul piano sociale e industriale. Il sito ha una posizione interessante e in qualità di azionista ho la massima fiducia sul fatto che l’azienda e le istituzioni siano in grado di favorire lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali per Vado, nelle aree che Tirreno Power metterà a disposizione per altri progetti industriali; le premesse per un buon esito di questo processo sono al momento incoraggianti. Non si deve dimenticare che oggi Tirreno Power, grazie al processo di ristrutturazione appena concluso è di nuovo in grado di assicurare un lavoro a un numero importante di persone, cosa tutt’altro che scontata un anno fa”. 

Sorgenia sta lavorando al nuovo piano industriale che sarà pronto in ottobre. Come sta procedendo il 2016? 

“Partiamo dallo scorso anno: è stato un anno decisivo tra vendita di asset no core, ristrutturazione dell’azienda sia dal punto di vista organizzativo che del contenimento dei costi e della gestione integrata degli impianti. Ciò ha consentito di abbattere il debito e di generare cassa per quasi 200 milioni: 70 sono andati al rimborso del debito, 25 al pagamento degli interessi, il resto è cassa operativa. Il Mol è risultato in flessione ma positivo per 40 milioni. Nel 2016 continueremo a generare cassa operativa, completeremo le dismissioni. L’obiettivo è di vedere crescere la redditività e già lo stiamo verificando con il Mol dei primi quattro mesi salito a 23 milioni contro gli 8 dell’identico periodo 2015. La situazione generale del mercato della produzione di energia rimane difficile ma le prospettive di Sorgenia sono positive”. 

Infine, la liberalizzazione. La legge sulla concorrenza che fissava la definitiva apertura del mercato prima al 1° gennaio e poi al 30 giugno 2018, è bloccata in Parlamento. E’ un passaggio, abbiamo visto, centrale nei vostri programmi.  

“Abbiamo creduto nella liberalizzazione, la nostra nuova offerta digitale va in questa direzione e continueremo ad investirci. Non è sul capitolo energia che manca il consenso in Parlamento, credo siano la situazione politica generale e le incognite del referendum costituzionale che rallentano il percorso. Siamo però fiduciosi che la legge sulla concorrenza sia varata a settembre e che rapidamente arrivino i decreti attuativi. I tempi sono ancora possibili ma non bisogna dimenticare che le aziende hanno bisogno di un anno per mettere in campo tutte le azioni in vista della piena apertura del mercato”.

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