Le alluvioni di questi giorni in Italia hanno toccato aree fortemente a rischio, per le quali si progetta di intervenire con i fondi del Pnrr. Il 5,4% del territorio italiano è in zone allagabili con vari livelli di pericolosità, come certifica il Rapporto Ispra presentato di recente a Roma, che mette a nudo un Paese strutturalmente debole. Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Calabria sono le Regioni con la percentuale di territorio più compromessa, con un livello di pericolosità di strade, valli e contrade superiore alla media nazionale. Per avere un’idea dei danni economici causati dalle alluvioni in tutta Europa negli ultimi vent’anni bisogna rifarsi al Progetto Titan, che li ha calcolati in 77 miliardi di euro.
Tornando all’Italia, i ricercatori Ispra puntano il dito in particolare su Calabria (con il 17,1% di territori a rischio) ed Emilia Romagna (con l’11,6%). Inoltre, allargando lo sguardo a tutte le aree dove il rischio alluvione è elevato, dal rapporto emerge che il 4,1% della popolazione e il 7,8% dei beni culturali sono in costante pericolo. Le variazioni climatiche, anno dopo anno, accentuano le preoccupazioni, ma finora la burocrazia ha impedito di realizzare le infrastrutture necessarie. Manca anche una legge sulla difesa del suolo.
Il rischio idrogeologico interessa da vicino molti Comuni: più del 7% ha almeno il 20% della superficie a rischio allagamenti. In pratica, i drammi di questi giorni in Sicilia, Sardegna e Calabria erano prevedibili, e poco importa se i progetti e i piani di risanamento erano pronti o meno: il punto è che non sono mai stati realizzati.
Intanto, sulla Gazzetta Ufficiale del 15 novembre è stato pubblicato un nuovo Decreto che aggiorna i criteri per i lavori anti-alluvione. È l’occasione per rivedere i progetti e mettersi al lavoro, anche perché il Pnrr del governo – alla voce “Tutela del territorio e della risorsa idrica” – destina 2,49 miliardi di euro da spendere in meno di cinque anni per mettere in sicurezza 1,5 milioni di persone.
I casi gravi da gestire sono purtroppo molti. In Calabria la provincia di Crotone è quella con le percentuali più alte di territorio e popolazione esposti. Ma anche il Nord ha i suoi buchi neri. A Ferrara è il 100% della popolazione residente a essere esposta a esondazioni, frane e smottamenti, mentre la provincia di Venezia è quella con il maggior numero di beni culturali a rischio. In Liguria, infine, gli allarmi più seri riguardano la provincia di Savona.
“La gestione e la mitigazione del rischio – si legge nel rapporto Ispra – sono senza dubbio le componenti più rilevanti, considerata l’estensione dei territori soggetti a pericolosità da inondazione e per gli impatti che gli eventi alluvionali sono in grado di causare a beni e persone segnando, anche drammaticamente, il nostro Paese”.